Non è per essere nostalgici a tutti i costi, né terrorizzati dagli eccessi della dematerializzazione per sussultare di fronte a ciò che accadrà da domani su tutti i mezzi di trasporto Atm. Scompare il biglietto di carta ed è come dire che muore un'epoca, e si porta via un'altra vecchia abitudine come quella di timbrare infilando il «titolo di viaggio» nella fessura e vederlo saltare su o uscire dall'altra parte in metropolitana, consentendo nonostante la sua cartacea vetustà l'apertura del tornello. È un po' come quando dagli autobus è scomparso il bigliettaio. Sono simboli, segni di un mondo che cambia e che per questo interrogano i nostri sentimenti anche se non vorremmo.
Eliminare il biglietto è indubbiamente un bene perché consente di ridurre il consumo e lo spreco di carta. È una fatica in più per i cultori dell'usa e getta, quelli che fanno fatica a custodire una penna, una matita o un ombrello senza perderli per strada, figurarsi dover affidare le proprie sorti al ticket ricaricabile: è vero che è gratuito ma perderlo non è la stessa cosa che lasciare il biglietto nell'altra borsa, senza di lui non viaggi e si aggiunge a tutte le altre cose che non vanno mai dimenticate quando si esce di casa, come le chiavi, gli occhiali, il badge per entrare al lavoro, il telefonino e gli auricolari.
È pur vero che si può pagare semplicemente in via digitale, strisciando la carta di credito, ma così non è possibile accedere agli sconti carnet o ai biglietti giornalieri, tanto per dirne una. E poi, vuoi mettere il vecchio, caro biglietto con la credit card? In tempo di vinili e cassette che tornano di moda, perché le persone vogliono toccare, separarsi dal biglietto di carta per i più sensibili è un altro piccolo trauma per i più sensibili.
Ultima considerazione: è anonimo e può essere usato anche per una buona azione. Chi non ha mai chiesto: «per favore, ha un biglietto da vendermi?» o non si è visto avvicinare da qualcuno che ne aveva un disperato bisogno per evitare il controllore. Qualcuno ha anche stretto nuove conoscenze grazie a quel pezzetto di cartone. Adesso, bene che vada, sarà necessario sfoggiare due carte di credito o uno smartphone e un orologio, o insomma uno dei nuovi metodi attraverso i quali sarà possibile essere ammessi sul tram, in autobus e in metropolitana.
Una rassicurazione per chi ha ancora in casa uno stock di biglietti di carta: non sarà necessario usare l'ultimo giorno dell'anno per farli tutti fuori, perché fino al 30 giugno del 2026 potranno essere sostituiti con i ricaricabali, della stessa tariffa, negli Atm point in Duomo, Centrale e nella stazione di Cadorna. Resta lo sbatti, ma almeno niente beffa. Altre istruzioni pratiche: RicaricaMi, come si chiama la tessera, si ricarica ai mezzanini della metropolitana, dal tabaccaio o in edicola.
Intanto l'Atm si misura con la prima minaccia di sciopero dell'anno, fissata per il 15 gennaio.
Salari bassi, turni pesanti, zero tutele e «la valanga olimpionica che travolge i lavoratori», con l'aumento dei passeggeri previsti per i Giochi. Un salto nel futuro orfani di un oggetto del passato.Non sarà come la transizione lira euro, ma qualche dispiacere non manca.