"I migranti vanno ricollocati". Smascherata l'ipocrisia della sinistra

I membri del Comitato dei residenti di Vicofaro hanno ricordato un'ordinanza con la quale la giunta regionale di centrosinistra ravvisava gravi criticità nella struttura di accoglienza di don Massimo Biancalani, disponendo il ricollocamento dei migranti

Don Biancalani in un incontro dedicato all'esperienza di Vicofaro
Don Biancalani in un incontro dedicato all'esperienza di Vicofaro

"Ci accusano di essere razzisti, di non aver sensibilità. Accuse che rigettiamo con forza, ricordando peraltro come ci sia un'ordinanza della giunta regionale di centrosinistra che riscontrava gravi carenze igieniche nella struttura che ospita i migranti. E che ne imponeva il ricollocamento degli ospiti". Anche la sinistra ha insomma ravvisato criticità nel "modello-Vicofaro", portato avanti dal parroco di Vicofaro don Massimo Biancalani. A farlo presente sono Riccardo Saracini e Carmi Petrucciani, rappresentando i cittadini del Comitato dei residenti di Vicofaro. Gli stessi che da tempo denunciano il quadro di degrado in cui versa il quartiere di Pistoia divenuto celebre a livello nazionale per l'attività "prete dei migranti". Il Comitato, nel ricordare un'ordinanza di sgombero firmata dal sindaco di centrodestra che non avrebbe tuttavia ancora trovato attuazione, hanno rivelato che già Enrico Rossi, esponente del Partito Democratico, in uno dei suoi ultimi atti da presidente della Regione Toscana aveva disposto poco più di due anni fa il ricollocamento degli stranieri accolti da don Biancalani. Un atto disposto a seguito di alcuni controlli che avevano evidenziato numerosi punti critici.

"Si evidenzia un alto numero di persone in promiscuità, una grave carenza dei requisiti aeroilluminanti di alcuni locali, la mancata consapevolezza del rischio sanitario da parte degli ospiti (...) oltre a gravi carenze in merito alla gestione dei rifiuti e dei bagni chimici e al rispetto delle disposizioni inerenti la sicurezza. Preso atto della raccomandazione presente nel verbale di ritenere necessaria la ricollocazione, senza ritardo, degli ospiti in strutture adeguate per capacità ricettiva e caratteristiche igienico-sanitarie - si legge infatti nell'ordinanza numero 88 del 7 ottobre 2020 - il presidente della giunta regionale ordina ad Usl Toscana Centro di procedere ad un adeguato decongestionamento della comunità di Vicofaro, con il ricollocamento dei soggetti presso strutture di cui abbia disponibilità". Un'azione all'epoca dovuta anche all'emergenza Covid19, ma che non sembra affatto aver risolto le problematiche. A detta dei residenti, in chiesa e nei locali della parrocchia vivrebbero al momento poco più di un centinaio di persone, fra le quali clandestini e spacciatori. Ciò avrebbe ovvie ripercussioni sulla sicurezza percepita, insieme alle scazzottate frequenti fra gli ospiti. Senza contare il decoro, considerando a detta loro i rifiuti prodotti e abbandonati per strada.

Il Comitato aveva annunciato l'intenzione di scrivere al Vaticano, dopo aver già informato il vescovo di Pistoia (e la lettera dovrebbe partire a giorni). Intanto, dalla Città del Vaticano, è arrivato un messaggio a don Biancalani tramite un'Elemosiniera Apostolica: secondo quanto riportato dalla stampa locale, papa Francesco sarebbe stato informato degli eventi ed avrebbe espresso apprezzamento per le iniziative di solidarietà del parroco, promettendogli sostegno a determinate condizioni. Per questa ragione don Massimo, dal canto suo, ha auspicato la sottoscrizione di un accordo fra Diocesi, Comune e Regione per predisporre un progetto di accoglienza più ordinato, non escludendo l'individuazione di una struttura alternativa a quella attuale (anche per venire incontro alle esigenze dei vicofaresi). Il cammino, però, si annuncia lungo e laborioso. "Di fatto, non abbiamo più una chiesa. Alla messa della domenica partecipano di solito meno di una decina di persone, tutte provenienti da fuori. E dire che si trattava di una delle parrocchie più frequentate di Pistoia.

Abbiamo inoltre subìto un danno immobiliare, perché il valore delle nostre abitazioni è sceso drasticamente a causa della situazione: qualcuno di noi ha provato a vendere, ma nessuno vuole comprare casa a Vicofaro - hanno aggiunto i residenti del comitato - cosa chiediamo? Una soluzione che possa accontentare tanto noi residenti quanto i migranti. Perchè così non si può davvero andare avanti".

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