
Gentile Direttore Feltri, ho appreso la notizia dell’uomo che, a Modena, uscito dal bar, come se nulla fosse, ha tagliato la coda del suo cane.
Ma come si fa a compiere un atto così atroce?
Gaia Vincenzini
Cara Gaia,
sono disgustato dal comportamento di quest’uomo. Egli è stato denunciato per maltrattamento di animali, ma il reato mi pare inadeguato a descrivere il crimine posto in essere da questo individuo, che si è macchiato del delitto più atroce di cui possa rendersi autore un essere umano: ha tradito la fiducia di una creatura che si affidava e si fidava di lui completamente. Tanto è vero che il cane non ha neppure reagito, è rimasto inerme, mentre il tizio affondava il coltello nelle sue carni, mutilandolo per sempre. Il cucciolo avrebbe potuto aggredirlo, difendersi, sottrarsi, reagire in qualche modo, ma ha lasciato fare, nonostante il dolore. Perché? Proprio perché si fidava del suo carnefice e puoi stare certa che si fida tuttora di chi gli ha fatto tanto male. Gli animali perdonano, gli esseri umani si vendicano. Il quattro zampe è stato posto sotto sequestro e condotto in un luogo protetto dove dovrà affrontare un lungo percorso di guarigione e di riabilitazione, non soltanto fisiche. Mi domando perché nessuno, pur essendo il fatto accaduto pubblicamente, sotto gli occhi della gente, sia intervenuto per fermare il criminale, bastava spingerlo via, privarlo dell’arma, fare qualsiasi cosa pur di impedirgli di infliggere quella tortura alla bestia. Del resto, mozzare una coda con una lama qualsiasi mica è operazione facile.
Ancora una volta mi accorgo che dagli animali possiamo imparare come essere cristiani migliori. Loro da noi, invece, cosa possono imparare? La bestialità?
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.