Una donna anziana, dopo un ricovero in ospedale, è stata trasferita in una residenza protetta, ma a sua figlia non viene consentito di accudirla e di ospitarla a casa sua. Originaria di Monteprandone in provincia di Ascoli Piceno, era accudita da una badante in prova in quanto non pienamente autosufficiente ed è finita in ospedale per uno scompenso cardiaco con versamento pleurico. Dopo che la donna è stata affidata a un'amministrazione di sostegno e trasferita in una residenza protetta, sua figlia Fabiana Bruni ha presentato un ricorso contro il provvedimento del giudice tutelare al collegio del Tribunale di Ascoli Piceno che verrà discusso il prossimo 19 dicembre. Secondo la ricorrente, infatti, si legge sull'Ansa, la propria istanza sarebbe stata ignorata.
Sua madre, dopo aver vissuto nella propria casa a Monteprandone, si era trasferita in un'abitazione a Porto d'Ascoli di San Benedetto del Tronto, al piano terra di una palazzina dove al terzo piano vive l'altra figlia della donna, sorella della ricorrente. "A un certo punto mia sorella ha dichiarato di non voler più occuparsi di nostra madre, e ha chiesto con un istanza al Giudice il suo inserimento in una Rsa, che poi è diventata una residenza protetta", ha raccontato Bruni che già dall'estate scorsa aveva richiesto di occuparsi della madre nella propria casa di Roma.
A quel punto il giudice tutelare ha disposto, dopo il periodo di ricovero presso l'Ospedale di San Benedetto del Tronto per lo scompenso cardiaco, il trasferimento dell'anziana in una residenza protetta nell'Ascolano. La figlia Fabiana Bruni ha spiegato che la madre non vuole stare nella casa protetta e che gli orari di visite nella struttuta sono ridottissimi. Ma non solo.
A Natale la struttura è chiusa e non accetta visite di familiari. "Ho voluto raccontare ciò che sta accadendo non solo per mia madre, ma per tutte le persone fragili che finiscono schiacciate da un sistema più attento alle pratiche che alle vite umane", ha concluso Fabiana Bruni.