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Berlusconi elogia Meloni: "Il miglior primo ministro in Europa"

L'ad di Mediaset alla conferenza di fine anno celebra la trasformazione dell'azienda nel primo gruppo tv europeo. E non mancano i riferimenti a politica e editoria

Berlusconi elogia Meloni: "Il miglior primo ministro in Europa"

La trasformazione di Mediaset nel primo gruppo tv europeo, l’editoria e la politica. Pier Silvio Berlusconi ha detto la sua, ieri sera negli studi di Cologno, al brindisi di Natale di Mediaset. Celebrando il 2025 come un anno storico per MFE, con l’acquisizione di ProSiebenSat.1 e l’ingresso in Impresa: “C’è un prima e c’è un dopo”, ha detto, sottolineando il salto da 110 a 220 milioni di spettatori raggiunti in Europa e ricavi raddoppiati a oltre 7 miliardi. Sul fronte politico, ha espresso pieno sostegno al governo Meloni, definendo la premier “il miglior primo ministro che c’è in Europa” e sottolineando i risultati economici positivi dell’esecutivo. Quanto all’editoria, ha commentato la possibile vendita di Gedi-Repubblica a un gruppo straniero, ammettendo che “da italiano” veder passare una testata storica in mani straniere “un po’ dispiace”, pur escludendo un interesse di Fininvest per il gruppo. E su Forza Italia ha ribadito la gratitudine per Antonio Tajani, ma ha lanciato un messaggio chiaro: servono “facce nuove, idee nuove e un programma rinnovato”. Quanto alla perenne ipotesi di una sua discesa in campo, ha tagliato corto: “Non è un tema che oggi esiste”.

Il clima era quello della celebrazione di un 2025 storico per Mediaset e per Mfe, ormai holding del gruppo, con l’acquisizione del gruppo tedesco ProSiebenSat.1 e l’ingresso nella portoghese Impresa che completa la presenza nella penisola iberica, già presidiata da Mediaset España. “C’è un prima e c’è un dopo”, ha detto il Ceo di Mfe per sottolineare il salto dimensionale l’accelerazione strategica. Due numeri su tutti: gli spettatori raggiunti in Europa, passati da 110 del 2024 a 220 milioni in sei Paesi (a Italia e Spagna si sono aggiunti Germania, Austria, Svizzera e Portogallo) e i ricavi più che raddoppiati da 2,9 a oltre 7 miliardi. “Siamo diventati un’altra cosa: una grande multinazionale e l’unica italiana nel settore dei media”. Tanto che ora “sto lavorando per dare una nuova organizzazione a Mfe. Faremo la cosa più semplice: porterò le persone nella holding e doteremo di vertici adeguati tutti i singoli Paesi”.

Dopodiché non ci sono solo rose e fiori in casa Mediaset. “In ProSiebenSat.1 – ha detto Pier Silvio – il neo Ceo Marco Giordani avrà un gran daffare. La situazione in Germania è a dir poco complicata. Per l’economia e la pubblicità” con quella della tv in calo dell’8%. Non a caso il concorrente Rtl Deutschland ha appena annunciato 600 licenziamenti. Ma non è questa la strada che Mfe vuole battere: “Non abbiamo alcun piano di licenziamento”. C’è poi il caso Spagna, che è il punto debole della raccolta pubblicitaria e dei margini del gruppo. “In Spagna - dice Berlusconi – la situazione è complicatissima. Il mercato della tv sta scendendo molto, la pubblicità è giù del 10%. Abbiamo un piano per un turnaround e faremo tutto il possibile anche lì”.

Ma i Berlusconi sono anche presenza di peso nella società e nella politica. Forse l’ultima grande famiglia italiana rimasta attiva sulla scena nazionale e internazionale. Per questo, a Pier Silvio, si chiede anche altro. La possibile vendita di Gedi-Repubblica a un gruppo straniero? “Dico che il mercato è il mercato e non va ostacolato. Detto questo, da italiano, che un pezzo importante della nostra editoria vada in mani straniere un po’ dispiace. Immagino lo psicodramma che si vivrebbe se le reti Mediaset venissero in mani straniere. Poi magari chi arriva è bravissimo. E magari punta a creare occupazione. Pluralismo, indipendenza e occupazione: questi sono i tre pilastri dell’informazione. Il resto è secondario”. E un possibile interesse dei Berlusconi per Gedi? “Essendo noi editori di tv, libri e periodici, il pensiero di mantenere una testata così storica in Italia non può non affascinare. È fanta-fanta-editoria, ma dire che non piacerebbe sarebbe falso”.

E poi il governo: “Giorgia Meloni allineata a Trump? Non condivido, non la penso così. Gestisce una situazione complicata con equilibrio. Fa un lavoro sacrosanto di primo ministro. E non sta alla premier garantire alcunché alle aziende italiane. C’è una situazione economica complessa ovunque nel mondo. E comunque quando guardo i dati economici prendo atto che il PIL è positivo, l’occupazione sale, l’inflazione scende. Secondo me questo governo sta facendo bene. Così non succedeva da anni. Guardiamoci intorno: abbiamo il miglior primo ministro che c’è in Europa”. E sulla sua discesa in campo? “Tutte le mie energie sono dedicate all’azienda, all’Europa e quel che resta lo dedico alla famiglia. Scendere in politica non è un tema che oggi esiste. Il futuro di Forza Italia? Il mio pensiero non cambia. Che io e mia sorella Marina ci si appassioni ai destini di Forza Italia è naturale, è uno dei grandi, forse il più grande lascito di mio padre. E io ho gratitudine vera per Antonio Tajani e tutta la squadra di Forza Italia.

Ritengo però che guardando al futuro siano necessarie facce nuove, idee nuove e un programma rinnovato. Non metto in discussione i valori e quello che sta facendo FI. Ma servono anche valori adeguati ai tempi che corrono e che cambiano”.

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