Giornata ad altissima tensione sul fronte ucraino: Kiev rivendica il primo attacco a una piattaforma petrolifera russa nel Mar Caspio, mentre da Mosca Sergej Lavrov moltiplica gli avvertimenti, dai peacekeeper europei considerati “obiettivi legittimi” alle condizioni imposte per un accordo.
Intanto Usa, Europa e Russia si confrontano su pace, garanzie di sicurezza e ricostruzione, con fratture sempre più evidenti tra gli alleati occidentali. Sullo sfondo, l’intensificarsi dei droni e nuove pressioni diplomatiche.Rutte, siamo il prossimo obiettivo della Russia
"Le forze oscure dell'oppressione sono di nuovo in marcia. Sono qui oggi per comunicarvi la posizione della Nato e cosa dobbiamo fare per fermare una guerra prima che inizi. E per farlo dobbiamo essere assolutamente chiari sulla minaccia. Siamo il prossimo obiettivo della Russia e siamo già in pericolo". Lo dice il segretario generale della Nato Mark Rutte a Berlino. "Quando sono diventato segretario generale della Nato l'anno scorso, ho avvertito che ciò che sta accadendo in Ucraina potrebbe accadere anche ai paesi alleati. Che dobbiamo passare a una mentalità da tempo di guerra. Quest'anno - ricorda - abbiamo preso le grandi decisioni per rafforzare la Nato. Al vertice dell'Aja, gli alleati hanno concordato di investire il 5% del Pil annuo nella difesa entro il 2035. Abbiamo concordato di aumentare la produzione di difesa in tutta l'alleanza e di continuare a sostenere l'Ucraina".
Kiev, nostri droni hanno colpito piattaforma petrolifera russa nel Mar Caspio
I droni a lungo raggio dell'intelligence ucraina hanno colpito la piattaforma petrolifera russa Filanovsky nel Mar Caspio. Lo riporta l'emittente ucraina Suspilne citando fonti informate dello Sbu, aggiungendo che si tratta del primo attacco in assoluto alle infrastrutture petrolifere russe nella regione. Secondo la fonte, la produzione di petrolio nella piattaforma è stata interrotta a seguito dell'attacco. "Sono stati registrati almeno quattro colpi sulla piattaforma offshore. A seguito dell'attacco, la produzione di petrolio e gas da oltre 20 pozzi è stata interrotta", ha detto la fonte.
Suspilne scrive che la piattaforma colpita appartiene a Lukoil-Nizhnevolzhskneft e che il giacimento di Filanovsky è uno dei più grandi esplorati in Russia e nel settore russo del Mar Caspio. Le sue riserve sono stimate in 129 milioni di tonnellate di petrolio e 30 miliardi di metri cubi di gas.
Lavrov: Putin e Witkoff hanno risolto tutti i malintesi Usa-Mosca
Il ministro degli Esteri russo, Sergey Lavrov, ha dichiarato che durante un recente incontro al Cremlino il presidente russo Vladimir Putin e l'inviato Usa Steve Witkoff hanno risolto tutti i malintesi fra Mosca e Washington sorti a causa della pausa seguita al vertice in Alaska. Lo riporta l'agenzia di stampa russa Tass. "Recentemente, quando l'inviato speciale del presidente Trump, Stephen Witkoff, ci ha fatto visita qui, dopo il suo incontro con il presidente Putin entrambe le parti, russa e americana, hanno ribadito gli accordi reciproci raggiunti in Alaska. Si tratta di un risultato molto, molto importante, perché dopo Anchorage c'è stata una certa pausa. Ora, nei nostri negoziati con gli americani sulla questione ucraina, personalmente ritengo che i malintesi e le incomprensioni siano stati risolti", ha affermato Lavrov. Il capo della diplomazia russa ha sottolineato che gli americani sono interessati a "comprendere l'essenza della crisi ucraina, e questo si è riflesso durante l'incontro tra i presidenti Putin e Trump ad Anchorage il 15 agosto". "Lì sono stati raggiunti accordi reciproci che rimangono rilevanti per noi e possono servire come punto di partenza per una soluzione", ha dichiarato, evidenziando che "gli accordi raggiunti ad Anchorage si basano sulle proposte che il presidente Putin ha riassunto nuovamente nel giugno 2024 riguardo ai principi per la risoluzione del conflitto ucraino".
Lavrov: "Idee Europa inutili per negoziati se decide di combattere noi pronti"
"L'Europa sta cercando in tutti i modi di sedersi al tavolo dei negoziati, ma le idee che l'Europa sta sviluppando non saranno utili per i negoziati". Lo ha dichiarato il ministro degli Esteri russo, Sergey Lavrov, secondo quanto riporta l'agenzia di stampa russa Interfax.
La Russia non ha alcuna intenzione di attaccare l'Europa o la Nato ed è pronta a documentarlo per iscritto, ma "se l'Europa decidesse di combattere, noi siamo pronti adesso", ha aggiunto il ministro degli Esteri russo. "Non nutriamo - il presidente lo ha affermato molto chiaramente - alcun piano aggressivo nei confronti dei membri della Nato o dell'Ue. Siamo pronti a formalizzare le relative garanzie per iscritto, su base collettiva e reciproca, naturalmente, nel contesto dell'approccio sopra descritto", ha affermato Lavrov.
Rutte: "Gli Usa riconoscono che l'Europa sta facendo di più in difesa"
"In qualità di Segretario Generale della Nato, il mio obiettivo principale è quello di garantire la sicurezza dell'alleanza nel suo complesso. E quando guardo alla strategia sulla sicurezza nazionale da questa prospettiva, vedo chiaramente che gli Stati Uniti si impegnano a garantire la sicurezza dell'Europa e si impegnano nei confronti della Nato". Lo ha detto il segretario generale della Nato Mark Rutte nel corso della conferenza stampa a Berlino con il cancelliere Merz. "E riconoscono anche che, affinché l'intera alleanza rimanga sicura, è necessaria una forte cooperazione all'interno della Nato tra gli alleati europei, il Canada e gli Stati Uniti", ha aggiunto ricordando poi gli accordi raggiunti all'Aia per aumentare la spesa in difesa dell'Europa. "GLI Usa riconoscono che l'Europa sta facendo di più. La Germania sta dando l'esempio e inviando un segnale importante. Un segnale che l'Europa è pronta ad assumersi maggiori responsabilità. Un segnale che la condivisione degli oneri non è solo uno slogan, ma un impegno concreto e un segnale a qualsiasi avversario che la Nato rimane forte, unita e pienamente in grado di difendere il nostro territorio", ha concluso.
Lavrov, Kiev deve essere non allineata, neutrale e non nucleare
Prima dell'Alaska, anche Stephen Witkoff ha visitato Mosca e ha presentato proposte che hanno costituito la base dell'intesa di Anchorage. L'essenza di questi accordi è che l'Ucraina deve tornare ai fondamenti di non allineamento, neutralità e non nucleare della sua statualità. Proprio questi principi - status non allineato, neutralità e status non nucleare - sono stati sanciti nella Dichiarazione di sovranità statale dell'Ucraina del 16 luglio 1990". È quanto ha affermato il ministro degli Esteri russo, Sergey Lavrov, secondo quanto riporta l'agenzia di stampa russa Tass.
Merz, lunedì un vertice a Berlino, non è ancora chiaro se Trump verrà
"È possibile che lunedì ci sia un vertice qui a Berlino". Lo ha detto il cancelliere tedesco, Friedrich Merz, in conferenza stampa a Berlino con il segretario della Nato Mark Rutte, riferendo di una telefonata con Donald Trump di ieri, insieme a Keir Starmer ed Emmanuel Macron sulla guerra in Ucraina. Il cancelliere ha spiegato che non è ancora sicuro se Trump parteciperà, ma ha sottolineato che il colloquio è stato "molto costruttivo".
Lavrov, trasmesse a Usa nuove proposte per garanzie sicurezza collettiva
Il ministro degli Esteri russo, Sergey Lavrov, ha dichiarato oggi che la Russia ha trasmesso a Washington "proposte aggiuntive relative a garanzie di sicurezza collettiva", che l'Ucraina e l'Europa ritengono necessarie per scoraggiare future aggressioni. "Comprendiamo che quando si discute di garanzie di sicurezza, non possiamo limitarci alla sola Ucraina", ha affermato Lavrov, senza fornire dettagli sulle proposte del Cremlino.
Lavrov: "I peacekeeper europei in Ucraina sarebbero obiettivi militari legittimi"
Se i Paesi europei inviassero peacekeeper in Ucraina, essi sarebbero considerati "obiettivi militari legittimi" delle forze russe. Lo ha detto il ministro degli Esteri Serghei Lavrov. "Fantasticano di inviare i loro militari in Ucraina come peacekeeper, tra virgolette - ha affermato il ministro, citato dall'agenzia Interfax -. Per noi questi cosiddetti peacekeeper diventeranno subito obiettivi legittimi. Tutti devono capirlo".
Lavrov: "Zelensky vuole prolungare il conflitto per la sua sopravvivenza politica"
Il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov ha detto che per il presidente ucraino Volodymyr Zelensky il prolungamento del conflitto è diventato una "questione di sopravvivenza politica, e forse anche fisica". "In Ucraina - ha detto Lavrov, citato dalla Tass - è scoppiato uno scandalo di corruzione e, alla luce di ciò, per Zelensky il prolungamento del conflitto sembra essere diventato una questione di sopravvivenza politica, e forse anche fisica".
Kiev: "È la guerra che impedisce le elezioni"
E' la guerra che impedisce le elezioni in Ucraina, non la volontà politica: lo ha detto il vicepresidente del Parlamento di Kiev, Oleksandr Kornienko, citato dai media di Kiev. Precisando che al momento non ci sono ancora allo studio misure che prevedano elezioni nel corso di un conflitto, il responsabile ha evidenziato alcuni temi "decisivi" da affrontare. Tra questi, la sicurezza degli elettori all'estero che non torneranno nel Paese sotto attacco, la partecipazione alle elezioni di centinaia di migliaia di soldati al fronte, i criteri di sicurezza per l'apertura dei seggi elettorali, soprattutto nelle zone di prima linea, e le nuove minacce rappresentate dai droni.
Mosca, abbattuti 287 droni ucraini
Il Ministero della Difesa russo ha annunciato che 287 droni ucraini sono stati intercettati e distrutti tra le 23 di mercoledì e le 7 di giovedì mattina. Lo riporta Interfax.Secondo il Ministero della Difesa russo, 40 di questi droni sono stati neutralizzati nella regione di Mosca, di cui 32 in volo verso Mosca. inoltre, 40 droni sono stati neutralizzati nella regione di Kaluga, 27 nella regione di Tula, 19 nella regione di Novgorod e 11 nella regione di Yaroslavl.Altri 10 droni ucraini sono stati abbattuti nella regione di Lipetsk, sei nella regione di Smolensk, cinque ciascuno nelle regioni di Kursk e Orël, quattro nella regione di Voronezh e due nella regione di Ryazan, ha affermato il Ministero in una nota.
Wsj, scontro Usa-Europa su ricostruzione dell'Ucraina e riapertura alla Russia
La contesa al tavolo delle trattative per l'Ucraina riguarda ormai non solo i confini, ma sempre più gli affari, e mette in contrapposizione non solo Russia e Ucraina, ma anche Stati Uniti e i loro tradizionali alleati europei. Lo scrive il Wall Street Journal rivelando alcuni retroscena del braccio di ferro tra americani ed europei. L'amministrazione Trump, nelle ultime settimane, ha consegnato agli europei una serie di documenti, ognuno di una sola pagina, in cui espone la propria visione per la ricostruzione dell'Ucraina e il reinserimento della Russia nell'economia globale. Le proposte hanno scatenato una dura battaglia al tavolo dei negoziati tra Washington e i suoi tradizionali alleati europei. L'esito potrebbe modificare profondamente la mappa economica del continente. Il piano statunitense è stato illustrato in appendici agli attuali progetti di pace, non pubblici, ma descritti al Wall Street Journal da funzionari americani ed europei. I documenti dettagliano piani per far sì che le società finanziarie statunitensi e altre imprese possano utilizzare circa 200 miliardi di dollari di asset russi congelati per progetti in Ucraina — incluso un enorme nuovo centro dati alimentato da una centrale nucleare attualmente occupata dalle truppe russe, quella di Zaporizhzhia. Un'altra appendice presenta la visione generale americana per reintegrare l'economia russa, con investimenti delle aziende statunitensi in settori strategici, dall'estrazione di terre rare alla perforazione di petrolio nell'Artico, contribuendo a ristabilire i flussi energetici russi verso l'Europa occidentale e il resto del mondo. Alcuni funzionari europei che hanno visto i documenti hanno detto di non essere sicuri se prendere sul serio alcune delle proposte statunitensi. Un funzionario le ha paragonate alla visione di Trump di costruire uno sviluppo in stile Riviera a Gaza. Un altro, riferendosi agli accordi energetici proposti tra Usa e Russia, ha detto che si tratta di una versione economica della conferenza del 1945, in cui i vincitori della Seconda Guerra Mondiale si divisero l'Europa: "È come Yalta", ha detto.