Cronaca locale

Bambini disabili dimessi dall’Aias: il ministro risponde all'appello

Al momento sarebbero circa 40 i bambini disabili che hanno perso l’assistenza. L’associazione "La Battaglia di Andrea" si è rivolta al ministro per le Disabilità Alessandra Locatelli per risolvere la questione

Bambini disabili dimessi dall’Aias: il ministro risponde all'appello

Lo scenario peggiore pare che si stia concretizzando. Sarebbero già circa 40 le persone disabili, quasi tutti bambini, che hanno perso l’assistenza presso il centro di riabilitazione dell’Aias situato ad Afragola, nel Napoletano. La notizia è stata diffusa da "La Battaglia di Andrea", associazione che da anni si batte per i diritti dei diversamente abili, che già la scorsa settimana aveva reso nota la situazione parlando, in totale, di circa 150 pazienti a rischio "tagli". Il numero era emerso da una circolare pubblicata dal centro stesso.

Le motivazioni dietro queste dimissioni, come spiegano dall'associazione, sarebbero legate al superamento del tetto massimo delle prestazioni. In una nota diffusa la scorsa settimana Asia Maraucci, presidente de "La Battaglia di Andrea", ha evidenziato che cambiare terapisti"così improvvisamente espone i bambini a un gravissimo rischio di regressione". Non solo. Perché "essere dimessi dall'Aias – aveva spiegato ancora la Maraucci - significa rimetterci in lista d'attesa presso altri centri e non sapere nemmeno se e quali ci accetteranno".

Nonostante gli appelli sarebbero stati dimessi i primi bambini disabili. L’associazione, però, non si arrende: per evitare che la stessa sorte possa toccare ad altri piccoli pazienti e, nel contempo, far reintegrare quelli già dimessi ha inviato una lettera al ministro per le Disabilità Alessandra Locatelli per chiedere interventi urgenti. "Abbiamo deciso di scrivere al ministro, sappiamo che già è stata informata attraverso l'onorevole Rossano Sasso, e siamo certi che già si stia occupando del caso ma le ho voluto dare il punto di vista delle mamme, il nostro punto di vista, che in questo caso non andiamo a vedere se sono stati superati i tetti o meno", ha dichiarato la Maraucci. Quest’ultima chiede "solo ed esclusivamente che ai nostri piccoli siano date le terapie che gli occorrono per cercare di vivere una vita migliore". La presidente dell’associazione ha, infine, affermato che "sicuramente il ministro è una donna sensibile. Sono certa che si darà da fare per alleviare le sofferenze di mamme e bambini già provati dalla vita".

Qualcosa pare che possa muoversi a breve. Poco fa Luigi Concilio, vicepresidente dell’associazione, ha annunciato a ilGiornale.it che il ministero ha ricevuto la Pec con la lettera. La speranza di tutti è che l'esponente del governo possa compiere gli interventi necessari a risolvere la questione.

Un primo passo è stato compiuto. Il ministro Locatelli nel pomeriggio ha telefonato all'associazione "La Battaglia di Andrea" per chiedere informazioni. "Il ministro ci ha telefonato, dimostrando innanzitutto tantissima sensibilità e determinazione - fa sapere Maraucci - ci ha garantito che nell'immediato i suoi uffici si sarebbero mossi per capire in toto la situazione e soprattutto era della nostra stessa opinione, che in questo momento l'emergenza sono i 40 bambini dimessi e gli altri 110 a rischio". Inoltre, il presidente dell’associazione ha affermato che lo stesso ministro ha ridato "un altro appuntamento per metà della settimana prossima in modo che anche lei possa avere la situazione più chiara". "La nostra speranza - conclude Maraucci - è che tutto si sistemi e che almeno l'emergenza per questi bambini già dimessi rientri nell'immediato. Abbiamo trovato una donna molto concreta, che con la sua telefonata, che ha solamente anticipato quelle che saranno le sue azioni per aiutare questi piccoli, ci ha donato tantissima felicità e soprattutto fiducia per il futuro prossimo".

Cosa ha chiesto l'associazione

“Cara ministro Locatelli, chi le scrive é la mamma di un bambino disabile, mamma e presidente di un'associazione, "La Battaglia di Andrea", che nel suo piccolo si batte su tutto il territorio nazionale per i diritti dei disabili", si legge in apertura della missiva. "Le scrivo per metterla al corrente di un problema- è scritto ancora nel documento- anche se credo che lei già sia stata informata e sicuramente già si sta dando da fare. In questa lettera parole parlo da donna e la imploro da madre, una madre disperata che teme per la vita del suo piccolo e di altri bambini… si… per la vita, perché interrompere le terapie significa pregiudicare la loro vita".

Nella lettera si evidenzia che "da quello che si sa, il centro presso il quale i nostri piccoli fanno le terapie, l’Aias di Afragola a quanto pare, ha superato il tetto massimo di bambini, e per questo, purtroppo per noi, é costretto a dimetterli... Noi siamo genitori, siamo mamme, non compete a noi conoscere queste cose o fare i calcoli dei vari tetti, ciò che compete a noi é semplicemente fare le mamme, il lavoro più bello e duro del mondo, ma nel nostro caso, ancora più duro. Se esistono dei tetti vanno rispettati, per l'amor di Dio, non rispettare un tetto é sbagliato, ma probabilmente é ancora più sbagliato creare un tetto non tenendo conto del numero effettivo di bambini disabili che hanno bisogno di cure e terapie, lasciandoli quindi in balia della disabilità che li cattura e affligge ancora di più".

Nel documento si spiega che il centro "avrà anche sbagliato" ma questo "suo errore, per noi e per i nostri figli é aria, ossigeno di vita, speranza di un domani migliore, un domani, che proprio domani mattina potrebbe trasformarsi in incubo per le dimissioni improvvise, purtroppo già arrivate a decine di bambini di questo centro, bambini rimasti ad oggi quindi senza terapie". Nella missiva si spiega cosa potrebbe accadere ai bambini disabili nel prosimo futuro se non ci sarà una svolta. E, per evidenziare la difficile situazione, ci si rivolge direttamente al ministro: "Lei (Alessandra Locatelli, ndr) che conosce molto bene l'argomento sicuramente è a conoscenza dei problemi che avrebbero i nostri bambini se fossero improvvisamente dimessi, un altro centro, altri terapisti, facce nuove, cose che non fanno assolutamente bene ai bambini autistici; questo però nella migliore delle ipotesi... Nella peggiore resterebbero senza terapie per mesi se non per anni, date le liste d'attesa lunghissime".

Una situazione non facile. "Immagini un bambino di 8 anni- è scritto ancora- che fa terapia da 5 e che sta avendo dei buoni risultati, interromperle improvvisamente, non solo sarebbe una tragedia ed una regressione totale che gli pregiudicherebbe probabilmente la vita, ma nello stesso tempo sarebbero stati sprecati cinque anni di soldi pubblici per le terapie già svolte, poiché andrebbe tutto perso". In considerazione di tutto questo, si legge a conclusione della lettera, "noi le chiediamo aiuto ministro, chiediamo un suo intervento che possa aiutare i nostri figli e possa dar loro speranza di un futuro migliore.

Siamo certi che capirà la disperazione di una mamma che le scrive anche a nome di altre mamme".

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