Capitale invasa dai tavolini: la protesta

Secondo diciotto comitati la Città eterna sarebbe invasa dai tavolini. Al Comune viene chiesto un nuovo regolamento per la concessione degli spazi esterni

Capitale invasa dai tavolini: la protesta

Diciotto comitati sostengono che Roma sia letteralmente invasa dai tavolini e per questo motivo hanno chiesto al Comune un nuovo regolamento per la concessione degli spazi esterni. A essere particolarmente gremite di dehors sarebbero le piazze e le vie del centro storico. Residenti e comitati dicono basta allo sfruttamento indiscriminato del suolo pubblico. Questa è la richiesta che arriva dalla"rete di associazioni città vivibile" che ha preparato un documento in vista della scadenza prevista il 31 dicembre prossimo della proroga, a loro avviso "non più sostenibile", dell'attuale regime emergenziale Covid 19.

Cosa chiedono i comitati

Nel documento presentato si sottolinea la necessità del decongestionamento dell'intera città storica, oggi "aggredita da una quantità eccessiva, disordinata e non controllata di attività di somministrazione enogastronomiche e di attrazioni da turismo mordi e fuggi". Solo nel I Municipio, si legge nel documento, sono più di 4mila le concessioni di occupazioni del suolo pubblico che sono state erogate nell'ultimo triennio. Per questo la Rete di associazioni chiede il superamento della normativa in deroga covid e il ripristino delle regole sospese o disattese, fra cui i "Piani di Massima Occupabilità", congelati da anni, e che rischiano di deteriorare ulteriormente il patrimonio architettonico e storico-artistico, in particolare del sito Unesco, presenti nell'area.

Il centro storico

"Lo sfruttamento intensivo, spesso abusivo, delle aree centrali, particolarmente redditizie per il loro intrinseco potenziale di attrazione turistica, ma troppo spesso private di un impegno di qualificazione e tutela dei luoghi, non solo inficia gravemente la vivibilità per gli abitanti, ma orienta la città in direzione di un consumismo effimero, ritagliato su situazioni di passaggio", si legge ancora nel documento della Rete che sottolinea ancora una volta, nonostante la mancanza di risposte di questi anni, la sua disponibilità a un confronto di merito con le istituzioni pubbliche preposte al governo della città, per non trasformare la città storica in una "vetrina alimentare" e in un "luna park" per un turismo troppo spesso invasivo. "Quello a cui miriamo è una visione equilibrata di cura del tessuto sociale urbano e di protezione del patrimonio storico, architettonico e culturale", hanno reso noto in conclusione le associazioni, che minacciano un sit in di protesta per la metà di dicembre sotto l’assessorato capitolino al commercio, qualora dovesse perdurare la mancanza di risposte da parte dell'amministrazione capitolina.

Regole più stringenti

Nicola Barone, presidente del comitato di quartiere del rione Monti, sottolinea che le sanzioni sono ridicole e che non ci sono state rimozioni. “Il numero di tavolini e dehors è spropositato - si legge su Roma Today - ed oltre a quelli autorizzati, ce n'è una quantità che ne è anche sprovvista ma che è difficile da calcolare. Per questo abbiamo elaborato una proposta e chiediamo all’amministrazione cittadina ed ai municipi coinvolti, perché il fenomeno riguarda anche il municipio II ed il III, di ascoltarci”. Il Campidoglio starebbe lavorando a un nuovo regolamento che dovrebbe entrare in vigore dal prossimo anno.

Secondo quanto richiesto dai comitati, le occupazioni di suolo pubblico non dovrebbero superare i 10 metri lineari di ingombro e i 3 metri di profondità, inoltre dovrebbero essere completamente removibili e mai posizionate su piste ciclabili o percorsi per ciechi.

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