
Problemi strutturali, infiltrazioni e l’impianto elettrico malfunzionante. Queste le motivazioni ufficiali dietro lo sfratto dei venti immigrati dalla sede di Rifondazione comunista di Siena. Gli stranieri – pachistani e afghani – avevano passato gli ultimi mesi nelle stanze di via Mentana, ma ora il partito rosso è tornato in possesso dei locali e per loro non c’è altra soluzione che tornare a dormire per la strada.
Come riportato da Libero, i compagni hanno posto l’accento sulla muffa e sulle problematiche dell’impianto elettrico, citando anche le abitudini degli immigrati. “Troppi telefoni in carica, per questo la luce saltava di continuo” la versione dei responsabili del circolo di Rifondazione comunista. Ma in realtà i dirigenti locali del partito negli ultimi mesi avrebbero lanciato più di un segnale a proposito della necessità di rientrare in possesso della sede.
Ad eccezione di tre persone che sono state accolte nella struttura di Palazzetto, messa a disposizione dal Comune, il futuro degli stranieri è tutto da scrivere. Dopo essere già stati cacciati dal centro storico perché considerati incompatibili con il decoro urbano, i venti immigrati sono tornati nel limbo urbano. In passato erano già stati rifiutati dalla Caritas (“Noi non possiamo fare più di quanto abbiamo fatto fino a ora, siamo già oltre quello che era il numero di posti a disposizione”, ha sottolineato il direttore della Caritas locale don Vittorio Giglio) e dagli altri centri di accoglienza in zona. Secondo quanto riportato dal Corriere di Siena, alcuni migranti sono tornati a dormire nel parcheggio Il Duo, mentre altri hanno dormito nei giardini fuori Porta San Marco.
La linea di Rifondazione comunista è netta: "Abbiamo fatto la nostra parte - riporta La Nazione - adesso tocca alle istituzioni" le parole del segretario provinciale Loriano Checcucci.
Oltre ad aver rivendicato il gesto di accoglienza, il dirigente, eletto all’unanimità nel marzo scorso, ha acceso i riflettori sull’agibilità dei locali che sarebbe “fortemente compromessa”: "Serviranno investimenti da parte dei militanti per rimetterla a posto. L’obiettivo è di fare in autunno una re-inaugurazione della federazione, tanti anni dopo l’apertura, una volta sistemati i locali che intendiamo organizzare per favorire la socialità di chi desidera frequentarli".