Caso sospetto di chikungunya in Italia: ecco come comportarsi

A Santarcangelo di Romagna è stato riscontrato un sospetto caso di chikungunya, una malattia che causa febbre e forti dolori e che si trasmette attraverso le punture di zanzara. Il comune romagnolo, su indicazione di Ausl Romagna, ha attivato le operazioni preventive di disinfestazione

Caso sospetto di chikungunya in Italia: ecco come comportarsi
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Un presunto caso di chikungunya è stato segnalato da Ausl a Santarcangelo di Romagna. E su indicazione dell'azienda sanitaria, il Comune ha ad ogni modo già provveduto a dare il via alle operazioni di disinfestazione preventiva che stanno concretizzandosi in queste ore. A rendere noto l'episodio è stato lo stesso ente, in una nota pubblicata ieri sul sito web della realtà comunale situata in provincia di Rimini, per fare il punto della situazione e tranquillizzare i cittadini. Il trattamento anti-zanzare sta proseguendo nelle caditoie delle abitazioni private (sino ad un raggio di circa cento metri da quella della persona che avrebbe contratto la malattia) alle quali gli operatori chiedono di poter accedere accompagnati dagli agenti della polizia locale. Dovranno quindi essere i tecnici del laboratorio sanitario regionale dell'Emilia - Romagna ad accertare la sospetta positività del soggetto in questione: l'attenzione resta massima, in attesa di ulteriori sviluppi che non dovrebbero tardare ad arrivare.

Chikungunya: di cosa si tratta e come si trasmette

Stando a quanto riportato dal sito dell'Istituto Superiore di Sanità, la chikungunya è una malattia virale, caratterizzata da febbre e forti dolori, che viene trasmessa all’uomo da zanzare infette. La prima epidemia nota risale al 1952 in Tanzania, anche se già nel 1779 era stata descritta un’altra epidemia in Indonesia, attribuibile forse allo stesso agente virale. Identificata in oltre sessanta Paesi di Asia, Africa, Europa e delle Americhe, la chikungunya si trasmette da persona a persona attraverso la puntura di una zanzara femmina del genere Aedes, come Aedes aegypti ed Aedes albopictus (la zanzara tigre). Il virus responsabile della malattia appartiene alla famiglia delle togaviridae, del genere degli alphavirus. Non esistono trattamenti antivirali specifici e le cure si focalizzano primariamente nell’alleviare i sintomi. Al momento non è in commercio un vaccino contro la chikungunya.

Sintomi e quadro clinico

Dopo un periodo di incubazione che varia dai due ai dodici giorni, si manifestano improvvisamente febbre e dolori alle articolazioni tali da limitare i movimenti dei pazienti (da cui deriva il nome chikungunya, che in lingua swahili significa “ciò che curva” o “contorce”) che quindi tendono a rimanere assolutamente immobili e ad assumere posizioni antalgiche. Altri sintomi includono dolore muscolare, mal di testa, affaticamento e rash cutaneo. Il dolore alle articolazioni è spesso debilitante: sempre secondo l'Iss, generalmente dura alcuni giorni ma può anche prolungarsi per settimane. Quasi sempre i pazienti si riprendono completamente in breve tempo, anche in alcuni casi i dolori possono persistere per mesi o anche anni. Spesso i sintomi delle persone infette sono lievi e l’infezione può non essere riconosciuta o male interpretata, soprattutto nelle aree in cui è presente la dengue. Occasionalmente sono state segnalate complicanze oculari, neurologiche, cardiache e gastrointestinali. Raramente si verificano complicazioni gravi, tuttavia negli anziani la malattia può essere una concausa di morte.

Trattamento e prevenzione della malattia

La prevenzione consiste innanzitutto dell’impedire o ridurre al minimo le punture delle zanzare. Sarà quindi utile, per coloro che intendano recarsi nelle zone in cui è presente il virus, richiedere reti alle finestre o zanzariere nelle stanze in cui si soggiorna (ed indossare vestiti di colore chiaro che non lascino scoperte parti del corpo, visto che le zanzare sono attrratte dai colori scuri). All'occorrenza, è utile utilizzare repellenti anti-zanzare, con il loro utilizzo che è tuttavia sconsigliato per i bambini di età inferiore ai tre mesi. In caso di febbre di qualsiasi natura, soprattutto se accompagnata da dolori articolari, l'Iss raccomanda ai viaggiatori di rientro da un viaggio in un'area in cui è presente la malattia di segnalare al proprio medico (o alla struttura ospedaliera a cui si sono rivolti) i Paesi in cui si sono recati.

Sempre secondo l'Iss, le donne in gravidanza e le persone con malattie croniche o scarse difese immunitarie dovrebbero infine chiedere consigli al medico sull’opportunità di intraprendere un viaggi in una zona endemica per chikungunya.

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