I fari dell'auto, il parcheggio, la violenza. Il racconto choc della commessa stuprata

Il presunto aggressore, un 35enne ecuadoriano, l'ha seguita mentre andava al lavoro. Il racconto della vittima: "Sentivo una presenza alle mie spalle. Mi ha messo una mano sulla bocca e scaraventata a terra"

La scena ripresa dalle telecamere di sorveglianza
La scena ripresa dalle telecamere di sorveglianza

"Sentivo una mano che mi chiudeva la bocca, mi spingeva per terra e mi faceva cadere". È il racconto agghiacciante della commessa di 29 anni che, il 7 gennaio scorso, è stata violentata nel parcheggio del supermercato in cui lavora, a Cornaredo, nel Milanese. "Gli dicevo di fermarsi, che stava arrivando qualcuno", racconta in un'intervista rilasciata al Corriere.it. Il presunto aggressore, Jixon Octavio Briones Sarco, è un 35enne ecuadoriano, senza precedenti penali, che vive a Rho. Il 4 gennaio è stato arrestato in quanto fortemente indiziato del reato di violenza sessuale aggravata.

Il pedinamento

Erano le ore 5.20 del mattino. Come ogni giorno, la 29enne si stava recando al lavoro in sella alla sua bici. Mentre pedalava, si è accorta della presenza di un'auto alle sue spalle. "Mi accorgevo di una macchina dietro di me. - ricorda - Sebbene io fossi in bici, sulla destra, non mi sorpassava. Mi rendevo solo conto che c'era una macchina perché vedevo le luci e mi chiedevo come mai andasse così piano.". Arrivata al parcheggio del supermercato "ho avuto la sensazione che la stessa macchina che avevo dietro, - continua il racconto - e che poi mi ha superato, si fosse fermata all'interno del parcheggio".

Lo stupro

Giunto a pochi passi dalla vittima, l'uomo ha spento i fari dell'auto. "Mentre ero ferma sulla mia bici, mi accorgevo di una presenza alle mie spalle. - spiega la 29enne - Pensavo fosse qualche collega". E invece si è ritrovata a tu per tu con lo sconsciuto: "Sentivo una mano che mi chiudeva la bocca, mi spingeva per terra e mi faceva cadere". Colpita con un pugno in testa, la donna è finita sull'asfalto. A quel punto, il 35enne le ha sfilato i pantaloni e l'ha palpeggiata nelle parti intime. Lei ha tentato di difendersi come poteva, mordendogli la mano e urlando a squarciagola: "Gli dicevo 'fermati', che stava arrivando qualcuno". Il coraggio l'ha ripagata: l'aggressore si è dato alla fuga a bordo dell'auto, una Citroën Nemo di colore grigio. La giovane, sotto choc, ha chiesto aiuto ai colleghi.

L'arresto

Le indagini, condotte dai carabinieri di Cornaredo e coordinate dalla procura di Milano, hanno consentito di stanare velocemente lo straniero. Le videocamere di sorveglianza lo hanno ripreso sia durante il pedinamento che la fuga dal luogo dell'aggresione. Il 35enne è stato intercettato in un'area di servizio, in stato di ebbrezza e senza patente, due giorni dopo lo stupro. A bordo dell'auto su cui viaggiava i militari dell'Arma ha ritrovato la felpa che indossava quella mattina. Inoltre, le risultanze dei tabulati telefonici hanno confermato che il suo smartphone avesse agganciato le celle di Cornaredo all'alba del 7 gennaio. A circa un mese dai fatti, sabato 4 febbraio, in esecuzione di un'Ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal G.I.P. del Tribunale di Milano Sara Cipolla, su richiesta della Procura del capoluogo lombardo, i carabinieri lo hanno arrestato. Ora si trova recluso nella casa circondariale di San Vittore accusato di violenza sessuale aggravata.

"Ho paura di andare al lavoro"

Il giudice delle indagini preliminari ha definto "cruente" le modalità con cui ha agito il 35enne ecuadoriano.

La vittima, che subito dopo l'aggressiore è stata accompagnata alla Clinica Mangiagalli, è ancora fortemente provata dall'accaduto. "Sono rimasta sconvolta per quello che mi è successo - conclude - Ho paura che possa accadere anche ad altre persone, ovviamente adesso ho anche molta paura ad andare al lavoro".

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