"Educhiamo alle emozioni". Il comune di Roma avvia i corsi Lgbt all'asilo

FdI si schiera contro il corso di formazione obbligatoria per educatori dal titolo "de-costruire gli stereotipi di genere ed educare alle emozioni e alle relazioni”

"Educhiamo alle emozioni". Il comune di Roma avvia i corsi Lgbt all'asilo
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“De-costruire gli stereotipi di genere ed educare alle emozioni e alle relazioni”. È questo il titolo del corso di formazione obbligatoria, organizzato dal Comune di Roma e rivolto alle educatrici e agli educatori dei nidi e delle scuole d'infanzia comunali della Capitale.

Si tratta, come spiega Romatoday, di un percorso diviso in quattro corsi, due dei quali frequentati da tutte le educatrici e gli educatori: uno, appunto, sugli stereotipi di genere e uno sull'inclusione dei bisogni speciali dei bambini e delle bambine. Entrambi sostenuti dall'associazione Scosse, nata nel 2011 all'interno dell'università di Tor Vergata, finita nel mirino delle opposizioni di centrodestra. È evidente, infatti, l’ennesimo tentativo di imporre l’ideologia gender fin dalla tenera età. Un tentativo contro cui Fratelli d’Italia è in prima linea, come spiega anche la consigliera regionale Chiara Iannarelli, responsabile famiglia del partito, che a ilGiornale.it dice: “Sono impegnata a lavorare a un nuovo patto tra le famiglie, le istituzioni e le scuole per rendere il Lazio una Regione all’avanguardia come territorio educante”. La Iannarelli era oggi presente alla seduta del XIII Municipio di Roma per sostenere l'ordine del giorno di FdI, a firma del consigliere municipale Marco Giovagnorio con cui si chiedeva di far firmare un consenso informato preventivo ai genitori dei figli rispetto ai temi relativi all’affettività. "Siamo contrari a questa forma di indottrinamento", dice Giovagnorio al Giornale.it, al termine della seduta nella quale il centrosinistra ha bocciato il suo ordine del giorno.

"Oggi siamo intervenuti al siparietto antidemocratico con cui hanno provato a non farmi intervenire, la violenza oltre che verbale anche fisica verso una mamma in aula, con in braccio una bimba di nove mesi, che difendeva il diritto di priorità educativa, non ci ha né stupiti né spaventati: solo i totalitarismi vogliono strappare l'educazione ai genitori e imporre una visione a senso unico, come richiede la risoluzione in voto. Perché si rifiutano di condividere con i genitori i progetti proposti, se tanto condivisibili come dicono? Qualcuno ha risposto che questi corsi dovranno essere obbligatori. Non siamo disposti ad appaltare l'educazione dei nostri figli a nessuno, figuriamoci a chi vorrebbe indottrinarli", ha detto Maria Rachele Ruiu, membro del direttivo di Pro Vita & Famiglia Onlus, che era presente alla seduta.

"Chiediamo che le battaglie ideologiche e politiche restino nei luoghi predisposti, ma non si facciano nelle scuole e sulla pelle dei nostri figli.

Giù le mani dai nostri figli che hanno il diritto di veder rispettata la loro infanzia senza che nessuno li confonda con il gender", ha tuonato la Ruiu che domani, sempre a Roma, parteciperà alla manifestazione “Scegliamo la Vita”.

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