«Così i falsi miti fanno precipitare le vaccinazioni»

Il presidente dell'Ordine dei medici Roberto Rossi denuncia il drastico calo degli anti influenzali: «Anziani e bambini devono difendersi dal virus»

*Herd effect. Sembra il brutto titolo di un film di fantascienza di serie B. Invece è un termine tecnico utilizzato in medicina. Si tratta dell'effetto gregge, che si ricerca quando si vaccinano intere popolazioni. Come affermano, con ragione, i documenti ministeriali, la vaccinazione rappresenta uno degli interventi più efficaci e sicuri a disposizione della Sanità Pubblica per la prevenzione primaria delle malattie infettive. Tale pratica comporta benefici non solo per effetto diretto sui soggetti vaccinati, ma anche in modo indiretto, inducendo protezione ai soggetti non vaccinati. Insomma, se vaccino una larga parte della popolazione per una determinata malattia, poniamo il 95% o più, riesco a spezzare la catena della diffusione di un certo agente patogeno ed anche un soggetto non immune ne può beneficiare. Ecco perché vien male a guardare i dati delle coperture vaccinali per il virus influenzale. La copertura vaccinale nella popolazione al di sopra dei 65 anni è in Italia solo del 48,6%, ma in Lombardia siamo conciati peggio e ci assestiamo al 46,3% (contro un 61,8% della virtuosa Umbria). E pensare che fino a pochi anni fa eravamo a ben altre percentuali (il 68,3 % della popolazione ultrasessantacinquenne italiana nel 2006 si era vaccinata contro l'influenza) ed il trend era in costante crescita. Che cosa è successo? Scandali su presunti vaccini poco affidabili. Un medico britannico, successivamente sbugiardato da tutta la stampa scientifica e radiato dal Royal College of Physicians, che ha sostenuto il fantasioso e folle legame tra vaccini e autismo. Il diffondersi delle «tribù» di persone che negano per partito preso l'efficacia della terapia vaccinale in nome di nostalgici ritorni al passato. Un passato, è bene precisarlo, nel quale si moriva giovani per una comune influenza. Ecco perché è sempre più facile leggere di notizie che ci riportano casi di mamme che non vogliono vaccinare i loro bimbi per il morbillo, richiamandosi al fatto che i vaccini possono avere degli effetti collaterali. Anche questa considerazione è del tutto priva di logica. I vaccini, certamente, possono dare qualche problema, come tutti i farmaci. A parte il fatto che nella stragrande maggioranza dei casi si tratta di malesseri passeggeri (dolore o arrossamento locali, febbricola..), sappiamo perfettamente che la vaccinazione dona una protezione contro malattie che, in un numero non indifferenti di casi, possono dare complicanze anche molto importanti (ad esempio il comune morbillo in un caso su mille può dar luogo ad encefalite e può dare complicanze più lievi in quasi un terzo dei casi). Nel 2015 il nostro Paese, per la prima volta dopo molti decenni, ha visto invertirsi il trend della mortalità. Fino al 2014 la mortalità era sempre stata in discesa, nel 2015, invece, si è assistito ad un aumento. Le ragioni possono essere molteplici e probabilmente molto dipende dalla crisi economica che ha colpito l'Italia e il mondo occidentale in genere.

Ma chi non si vaccina non solo fa del male a tutta la comunità in cui vive ma, soprattutto, aumenta il rischio di far del male a sé. Anche per questo, in vista del previsto picco influenzale di fine mese, sarebbe meglio che i soggetti più a rischio si facessero vaccinare.*presidente dell'Ordine dei Medici Chirurghi e Odontoiatri di Milano

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