Cronaca locale

Danza, musica, performance, teatro, a Milano con “FOG Triennale Performing Arts”

La sesta edizione del festival che esplora le contaminazioni dei linguaggi, nella città del contemporaneo fino a giovedì 11 maggio

Danza, musica, performance, teatro, a Milano con “FOG Triennale Performing Arts”

Giunto alla sesta edizione, il festival internazionale “FOG Triennale Performing Arts”, continua a stupirci con le sue molteplici e interessantissime esplorazioni e infinite contaminazioni dei diversi linguaggi nel contemporaneo, teatro, musica, performance e danza.

Si conclude giovedì 11 maggio 2023 il nutrito programma che da febbraio e per quattro mesi ci ha appassionato con una serie di appuntamenti, ben quaranta con numerose repliche, che hanno coinvolto artisti e compagnie da diverse parti del mondo, dal Belgio al Canada, dalla Svizzera alla Colombia, alla Germania, Spagna, Francia, Grecia, Italia, Giappone, Mali, Mozambico, Olanda, Stati Uniti, Norvegia, Portogallo, Sudafrica, Slovacchia e Regno Unito.

In scena la live art internazionale, spettacoli che innovano le arti, dodici produzioni e coproduzioni targate FOG, otto prime assolute, quindici prime nazionali, otto concerti e dj set, per un totale di novantaquattro repliche complessive.

FOG Triennale Milano Performing Arts è stato reso possibile dal contributo istituzionale del MiC Ministero della Cultura del Comune di Milano, della Regione Lombardia, oltre al sostegno dei partner, Intesa Sanpaolo, Fondazione Ubi Banca Popolare Commercio & Industria onlus e del technical partner ATM.

Per la realizzazione del Progetto artistico di Romeo Castellucci in occasione del centenario di Triennale Milano, FOG si è avvalso quest’anno di nuove collaborazioni come Pirelli HangarBicocca, BASE Milano e Casa degli Artisti, continuano anche quelle con Zona K e Terzo Paesaggio, oltre ai partner storici, miart, Goethe Institut, Institut français Milano, Radio Raheem, Institut Cervantes, Fondazione Nuovi Mecenati, Teatro Out Off, Fondazione Il Lazzaretto e DiD Studio.

L’artwork della sesta edizione del festival è stata affidata all’illustratore Alessandro Gottardo, in arte SHOUT, che così spiega la sua scelta:“Per l’immagine di quest’anno ho pensato a un uomo dentro una bolla, che lo aiuta a volare e al tempo stesso lo protegge, e attraverso cui osserva lo spettacolo del mondo accadere sotto di lui. In fondo lo stage di un teatro è un po’ una bolla che aiuta la nostra immaginazione a innalzarsi, a viaggiare, a osservare le storie della vita da un’angolazione insolita. FOG è un po’ questo. Siamo spettatori sorpresi, stupiti e ammirati da ciò che lo spettacolo riserva ai nostri occhi.”

Stefano Boeri, Presidente di Triennale Milano, dichiara: “Anno dopo anno FOG è diventato un punto di riferimento, a Milano e in Italia, per la scena performativa contemporanea: un festival che si apre alla ricerca di artisti e compagnie provenienti da tutto il mondo – dai nomi più noti ai talenti emergenti – che permette di scoprire le proposte più rilevanti e innovative della scena internazionale. Questa apertura da sempre è associata a un forte radicamento nel tessuto cittadino, rafforzato dalla collaborazione con altre organizzazioni culturali milanesi con cui il festival dialoga”.

Aggiunge Paola Dubini, Presidente di Triennale Milano Teatro: “Quella di FOG è una proposta coraggiosa, intelligente e contemporanea, pensata per un pubblico curioso ed eterogeneo, per fascia di età, formazione e nazionalità: questa sesta edizione del progetto non fa che confermare la sua natura di unicum nel panorama cittadino e nazionale. La collaborazione con diverse realtà milanesi allarga lo spazio di dialogo e confronto con la città”.

Completa Umberto Angelini, Direttore artistico di Triennale Milano Teatro: “La sesta edizione di FOG accoglie una moltitudine di sguardi, corpi e voci in un affresco incandescente della scena artistica contemporanea”.

Il festival ha offerto a tutti gli interessati anche la possibilità di partecipare gratuitamente a incontri, laboratori e masterclass, muovendosi nei diversi linguaggi, nel dialogo tra questi e la complessità del contemporaneo; una analisi intensa e un’attenta riflessione su alcuni temi del presente, come lo sviluppo della tecnologia e l’ecosistema, la violenza del potere, l’immagine e il suo ruolo nel tempo e nello spazio, gli stereotipi.

Le performance hanno coinvolto i diversi spazi, anche all’aperto, come ad esempio, la musica di Caterina Barbieri con il suo ultimo album “Spirit Exit” ispirato alle grandi figure femminili della storia; la performance “How a falling star lit up the purple sky” del coreografo statunitense Jeremy Nedd realizzata con il collettivo sudafricano Impilo Mapantsula, che racconta di un mondo dove la natura ha preso il posto dell’uomo nel governare la terra; Agrupación Señor, la compagnia belga Peeping Tom con “DIPTYCH. The Missing Door and The Lost Room”, scene di una camera d’albergo per un incontro romantico e un salotto borghese per intrighi e inganni.

Il nuovo progetto “Los Protagonistas” della compagnia El Conde de Torrefiel, coprodotto da Triennale Milano Teatro, dedicato ai giovani; la voce di Meredith Monk che insieme al suo ensemble, Katie Geissinger e Allison Sniffin, ha presentato un concerto frutto di anni di innovazione e sperimentazione; la danza di Annamaria Ajmone, una performance, in prima assoluta, dal titolo "Senza titolo Triennale Milano", una composizione coreografica che assume differenti forme nei diversi spazi che la ospita.

Una performance partecipativa, quella realizzata da Alessandro Sciarroni con il nuovo progetto “DREAM”, sei performer e un pianista in un dialogo aperto con il pubblico; il concerto “Grand River” del musicista Marco Ciceri, una vera e propria fusione tra i suoni della musica elettronica e le immagini del minimalismo; il debutto in Italia della fiaba italofrancese “Personne, chroniques d’une jeunesse”, una rappresentazione di Ugo Fiore e Livia Rossi, con la musicista Federica Furlani, che riflette sul difficile rapporto tra l’infanzia e il mondo adulto.

Molto interessante l’installazione performativa “100% polyester, objet dansant n.48” del coreografo francese Christian Rizzo, grazie alla collaborazione con la light designer Caty Olive, con musica elettronica e diversi giochi di luce; il palcoscenico naturale progettato da Ariella Vidach, sul quale si esibiscono giovani danzatori e danzatrici in alcune improvvisazioni; la performance “Pas de deux” di Giulio Petrucci e Jari Boldrini, una rappresentazione che mescola diversi linguaggi artistici emergenti, coinvolgendo spesso il pubblico; il performer greco Dimitris Papaioannoucon accompagnato dall’affascinante danzatore Šuka Horn, con “INK”, inchiostro, nella veste del solitario guardiano di un universo oscuro e sommerso che viene stravolto dall’improvvisa presenza di un intruso che con dolcezza e crudeltà ne modifica l’esistenza.

Lo spettacolo visionario e surrealista “Sonoma” della spagnola La Veronal, ispirato alle opere e alla vita del regista Luis Buñuel, un gruppo di donne che cercano una via di fuga nell’irrazionale; Jim Jarmusch dal vivo con “SQÜRL US”; Motus con "Of the Nightingale I Envy the Fate”; un Evento speciale di Romeo Castellucci, in prima assoluta una nuova produzione del “Grand Invité di Triennale Milano”, commissionata per il centenario dell’istituzione, un’installazione performativa che diventa suono, avvertimento e preghiera ancestrale. Solo per citarne alcuni.

Per finire, mercoledì 10 e giovedì 11 maggio, con la prima italiana dello spettacolo “Fortress of Smile” del regista teatrale giapponese Kuro Tanino insieme alla sua compagnia Niwa Gekidan Penino, una rappresentazione che descrive la società di un piccolo paese di pescatori, tra umorismo e magia surreale. Spettacolo in giapponese con soprattitoli in italiano e inglese. I soprattitoli includono informazioni per la facilitazione della comprensione per persone con disabilità uditive.

Stanze e scenografie iperrealiste diventano il set di due storie parallele e intrecciate, da una parte, alcuni vivaci pescatori si incontrano ogni giorno per bere e divertirsi, dall’altra, un’anziana signora fa i conti con la vecchiaia e la solitudine, aiutata dal figlio e dalla nipote.

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