"Pensavo fosse una festa". E al ritorno in Italia scopre di essersi sposata in Senegal

Una 65enne di Pavia, in Senegal durante il lockdown, ha riferito al giudice di non essersi resa conto che la festa a cui ha partecipato si trattasse di un matrimonio vero e proprio. Ecco cosa ha stabilito il tribunale

"Pensavo fosse una festa". E al ritorno in Italia scopre di essersi sposata in Senegal

Era convinta che quella cerimonia di unione celebrata all'interno di una moschea in Senegal non avrebbe mai avuto alcun valore legale, ma che rientrasse semplicemente nell'ambito di una tradizione folkloristica locale. Invece, al suo ritorno in Italia, ha scoperto che quelle erano state delle vere e proprie nozze con tutte le conseguenze del caso. Per la protagonista del "matrimonio involontario", una donna italiana di 65 anni, la vicenda si è conclusa positivamente con l'annullamento del vincolo da parte del tribunale di Pavia.

Cosa è accaduto

Una vicenda molto particolare, quella accaduta alla 65enne, anche per il momento in cui si è verificata, dato che viene a collocarsi cronologicamente in uno dei momenti di pieno lockdown anche nel nostro Paese. La delicata situazione, stando a quanto certificato dal legali che hanno tutelato gli interessi della donna, non ha fatto altro che esacerbare ulteriormente il disturbo di personalità di cui la stessa da tempo soffriva. E questa è stata una delle chiavi di volta dell'intera vicenda giudiziaria.

A quella cerimonia in moschea aveva fatto inoltre seguito una colorata festa con cibo, musica, canti e balli che la protagonista della vicenda, come da lei stessa dichiarato in tribunale, interpretò allora come parte di una celebrazione folkloristica. Tutto lasciato alle spalle fino al momento in cui la 65enne non fece ritorno in Italia, scoprendo, tuttavia, che si trattava di nozze a tutti gli effetti, trascritte peraltro nel registro di Stato civile del comune di residenza. Da allora iniziò una battaglia legale per l'annullamento del matrimonio, conclusasi con esito positivo solo ora, dopo 3 anni: il tribunale di Pavia ha accolto la sua richiesta, rendendo nulle le nozze "per incapacità naturale al momento della celebrazione".

Le motivazioni della 65enne: "Stress durante il lockdown"

La difesa della donna è riuscita a dimostrare in aula che le condizioni psicofisiche della propria assistita non erano tali da permetterle di rendersi realmente conto di quanto stava facendo in quel momento. Il consulente esterno nominato dal giudice ha confermato il quadro clinico della donna, da tempo affetta da un disturbo della personalità, i cui effetti sarebbero stati acuiti dallo stress accumulato nel tempo di permanenza in Senegal durante il lockdown.

Stando al racconto fornito in aula dalla 65enne, la decisione di unirsi con l'uomo col quale aveva intrattenuto una relazione sarebbe stata presa esclusivamente perché era certa che tale

cerimonia non avrebbe avuto alcuna conseguenza di carattere legale. Una tesi che ha sorpreso il "marito" senegalese 42enne, il quale ha sempre sostenuto, invece, che la stessa fosse pienamente consapevole della sua scelta.

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