La vicenda della famiglia che vive in un bosco a Palmoli, in provincia di Chieti, continua ad alimentare il dibattito dopo il provvedimento con cui il Tribunale per i minorenni dell'Aquila ha disposto l'allontanamento dei tre figli dalla loro casa.
"Il nucleo familiare vive in una condizione di disagio abitativo", si legge nel provvedimento firmato dal giudice. "I membri della famiglia non hanno interazioni sociali, non hanno entrate fisse, nella dimora non sono presenti i servizi igienici e i bambini non frequentano la scuola". Fortunatamente grazie alla mediazione dell'avvocato Angelucci, il quale tutela gli interessi del padre e della madre dei piccoli, Catherine Birmingham, australiana di 45 anni, ha ricevuto il via libera per raggiungerli nella casa famiglia a Vasto in cui sono stati costretti a trasferirsi.
Nell'abitazione resta unicamente il 51enne Nathan Trevallion, artigiano ebanista inglese, che alla stampa ha espresso tutto il proprio dolore per la vicenda che ha visto coinvolti i propri figli. "Li ho visti per dieci minuti, Catherine e i miei tre bambini, erano lì davanti al cancello della casa famiglia", racconta l'uomo. "Io non ho potuto entrare dentro, non è consentito, però ho potuto almeno abbracciarli un attimo e scambiare poche parole", aggiunge, "ho visto mia moglie molto stanca e provata. Soprattutto triste, molto triste per la situazione".
Un fulmine a ciel sereno ha stravolto la loro esistenza, fatta di una vita semplice a contatto con la natura. "Quello che stiamo vivendo è un incubo", spiega ancora il 51enne, "hanno separato una famiglia felice, a volte non mi sembra vero. Quanto torno nel casolare e sono tutto solo, nel silenzio, penso che tutto questo sia una grande ingiustizia".
Come suggerito dal legale, Catherine evita di rilasciare dichiarazioni per non compromettere ulteriormente la situazione e non rischiare di essere allontanata dai bimbi: "Loro mi hanno chiesto dei gatti. Gli manca tutto del casolare, anche i nostri animali. Ho detto che devono essere forti, che presto tutto tornerà come prima".
Nathan si dice pronto ad apportare alla casa tutte le modifiche strutturali e igienico-sanitarie contestate dal Tribunale, a partire dal bagno a secco esterno: "Ho già fatto fare il progetto dall'archietto", conferma l'uomo,"ricaveremo una stanza in più dal casolare e così avremo un bagno all'interno come vuole il tribunale. Sempre bagno a secco però. I nostri principi non vanno dimenticati. Tutto quello che è della natura deve tornare alla natura". Ma per quanto riguarda l'istruzione nessun passo indietro, anche perché quella affidata ai genitori è perfettamente legale nel nostro Paese: "Non siamo fuorilegge, come noi altre famiglie utilizzano l'"unschooling" per i loro figli. Non vogliamo cambiare".
Nonostante la grande amarezza, tuttavia, resta un barlume di speranza, anche perché la vicenda ha attirato l'attenzione mediatica, suscitando anche nel mondo politico reazioni favorevoli alla famiglia. "Vedo tanta solidarietà intorno, tanta gente che ci vuole bene. E anche il fatto che la politica stia intervenendo ci rincuora", conferma Nathan.
"Ho letto le parole della premier Meloni e del vicepremier Salvini. Sono contento che abbiano capito che famiglia siamo e quanto conta per noi essere tutti insieme qui in Abruzzo. Se ci aiuteranno ad uscirne sarò grato", conclude l'uomo.