"Hanno perso le ceneri di mio padre": è bufera sul cimitero romano

Sono decine le testimonianze fornite dalle vittime raggirate: Ama ha quantificato un danno di almeno 500mila euro

"Hanno perso le ceneri di mio padre": è bufera sul cimitero romano

Episodi di finte cremazioni, sparizioni di ceneri e salme mutilate stanno scatenando un mare di polemiche sul cimitero Flaminio di Roma. Le testimonianze di parenti di defunti, sempre più numerose, gettano ombre sulla condotta di alcuni dipendenti della struttura, con indagini tuttora in corso

Le inchieste

Non solo quindi il caso dei resti mutilati, finito peraltro sotto la lente di ingrandimento anche della Corte dei conti, che ha aperto un fascicolo proprio su questi episodi. La municipalizzata Ama, responsabile dei servizi cimiteriali, ha stimato tramite i suoi legali un danno di almeno 500mila euro.

I parenti, trascorsi trent'anni dall'inumazione del defunto, venivano persuasi a pagare una cifra più accessibile dei circa 1.000 euro previsti solitamente (per un massimo di 300 euro) per poi spostare le salme negli ossari. Quello che non sapevano, e che è stato ripreso anche dalle videocamere di sorveglianza, è che alcuni dipendenti Ama in realtà smembravano dei corpi ancora intatti. Tra i truffatori, che incassavano denaro senza sostenere le spese previste da un'eventuale cremazione, anche impiegati di almeno tre agenzie funebri.

Come detto, tuttavia, sono decine i provvedimenti in atto sul cimitero di Prima Porta. Ad esempio quello in programma il prossimo venerdì: un'udienza preliminare a carico proprio di un dipendente Ama accusato di essersi impossessato di denti d'oro dalle salme dei defunti per poi rivenderli e arrotondare lo stipendio.

Le testimonianze

"Sognavo di spargere le ceneri di mio padre nel mare. Invece, ho pagato per fare cremare la salma e, dopo mesi, ho scoperto che il corpo era stato inumato", racconta una delle vittime, come riportato da Il Messaggero. Furono versati a settembre ben 3.500 euro per tutte le pratiche previste. Dopo oltre un mese di tempo (metà ottobre), entro il quale la prassi si sarebbe dovuta concludere, "mi dissero che c'erano stati problemi con la pratica". Passarono altri due mesi. "A metà dicembre il responsabile paventò scuse inverosimili, per poi sparire senza rispondermi più al telefono", conclude l'uomo. Purtroppo, tuttavia, non si tratta di un caso isolato.

La procura della Repubblica di Roma ha chiesto il rinvio a giudizio per 5 persone, legate ad almeno 4 agenzie funebri, per il reato di truffa aggravata. La prassi si ripeteva ogni volta in modo pressoché identico. Gli addetti ricevevano il denaro da parte dei parenti dei defunti per completare tutte le pratiche di cremazione, senza, tuttavia, svolgere l'attività per cui erano stati lautamente compensati. Le salme, infatti, venivano inumate d'ufficio a spese della stessa Ama. Un'inchiesta partita nel 2020 a seguito delle segnalazioni inoltrate in procura dal funzionario responsabile del cimitero di Prima Porta.

Una donna racconta al quotidiano romano l'Odissea vissuta dopo la morte del padre. La scelta era ricaduta sulla cremazione della salma: unita ai costi del funerale e dell'urna, l'operazione era stata pagata in anticipo 3.400 euro."Dopo la cerimonia mio padre veniva accompagnato a Prima Porta, dove sarebbe stato cremato per poi essere portato a casa", racconta la vittima. Nonostante le promesse, tuttavia, il responsabile aveva iniziato a trovare scuse di vario tipo per giustificare i ritardi nell'operazione.

Solo dopo ben due mesi, l'11 marzo 2020, racconta la donna, "mi hanno detto che finalmente mio padre sarebbe stato cremato". Purtroppo, però l'uomo è poi sparito nel nulla e la vittima non ha più saputo niente dei resti del congiunto.

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