Cronaca locale

La pisside in argento e le 50 ostie consacrate: l'ombra dei santanisti dietro il raid in chiesa

Il furto in una chiesa di Prato. Non si esclude l'ipotesi di un atto predatorio propedeutico al compimento di un rito satanico

L'autore del furto della pisside con le ostie, immortalato dalle telecamere
L'autore del furto della pisside con le ostie, immortalato dalle telecamere

Un furto messo a segno da uno sbandato, alla ricerca di qualunque oggetto potesse arraffare in chiesa? Oppure l'autore ha colpito con lucida cognizione di causa e il bottino verrà utilizzato per compiere un rito satanico? Queste le prime domande alle quali dovranno rispondere le forze dell'ordine. Di certo c'è che, nelle scorse ore, qualcuno ha rubato una pisside d'argento contenente cinquanta ostie consacrate. Questo è quanto successo nella basilica di San Vincenzo e Santa Caterina de’ Ricci di Prato (in Toscana) e a rendere noto l'episodio è stata la stessa Diocesi. Il tutto è stato denunciato ai carabinieri della stazione di Prato, che stanno indagando per delineare i contorni della vicenda e risalire al ladro. Un primo indizio ci sarebbe già, visto che quest'ultimo è stato ripreso dalle telecamere del circuito di videosorveglianza interno: nel filmato si vede un uomo di corporatura media, che nascondeva il proprio volto nel cappuccio del giubbotto.

Una telecamera ha anche colto l'attimo in cui la persona in questione ha scardinato la porta in marmo e metallo che chiude il tabernacolo: ha avuto modo di agire indisturbato, visto che a quell'ora la chiesa non era frequentata. E si è quindi dato alla fuga senza particolari problemi. "Ci siamo rese conto del furto dopo aver visto il tabernacolo sfondato - ha commentato suor Anna Ferro, della comunità delle Domenicane che reggono la basilica da secoli - poi siamo andate a vedere le immagini delle telecamere e abbiamo capito cosa fosse successo. Vorremmo lanciare un appello: è stata rubata una pisside d’argento ma non è quello l’importante. Il fatto è che era colma di ostie consacrate. Se qualcuno dovesse trovarle, oppure se qualcuno fosse a conoscenza di qualcosa, lo preghiamo di farcelo sapere». Resta in primis da appurare il movente: a detta degli investigatori, l'uomo potrebbe esser stato spinto dall'iniziale volontà di impossessarsi delle offerte dei fedeli. E non essendo riuscito a prelevare nè banconote nè monete, avrebbe rubato qualunque altro bene pur di non uscire a mani vuote.

Va però detto che rivendere un contenitore del genere senza dare nell'occhio non appare facile. E viene oltretutto da chiedersi per quale ragione abbia trafugato anche le ostie, invece di disfarsene. Ecco quindi che al momento nemmeno l'ipotesi che porta all'atto predatorio propedeutico al compimento di riti satanici viene a quanto pare esclusa a priori da chi indaga (per quanto non venga reputata ad ora la pista più probabile). Anche perchè episodi di satanismo sono già stati registrati in provincia, non più tardi di tre anni fa. Intanto, nemmeno il vescovo di Prato, Giovanni Nerbini, ha nascosto l'amarezza per quanto successo. "Fatti di questo genere sono gravissimi e dimostrano il benché minimo rispetto per la fede e per il sacro.

Sono molto amareggiato - le sue parole - stiamo pensando a una preghiera o a una messa di riparazione per quello che è successo, occorre ripristinare il senso primo della presenza dell’Eucarestia in mezzo a noi".

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