
È nata presto, troppo presto, ben 16 settimane prima della suo tempo. Uno scricciolino di appena 750 grammi che si affacciata alla vita con il cosiddetto «dotto di Botallo» ancora aperto, una condizione frequente nei grandi prematuri, che può avere conseguenze talvolta anche irreparabili. Può causare un ritardo gravissimo nella crescita e produrre danni irreversibili a cuore e polmoni. E, specie nel caso di neonati di così basso peso, l'epilogo, purtroppo, può essere anche il peggio che si possa pensare. Ma la piccola ha avuto la fortuna di trovarsi nelle mani dell'equipe di cardiochirurghi pediatrici del Policlinico di San Donato Milanese diretta dal professor Alessandro Giamberti, che hanno eseguito il 24 luglio scorso all'ospedale San Raffaele un intervento che le ha salvato la vita. A causa dell'elevato rischio connesso al trasporto di neonati così fragili, l'intervento è stato effettuato direttamente nel reparto di Terapia Intensiva Neonatale del San Raffaele, sul lettino termico. Con l'utilizzo di una tecnica di chirurgia mininvasiva, è stata eseguita la chiusura del dotto mediante una clip metallica, un piccolo dispositivo in titanio o acciaio inossidabile usato per serrare il canale. «Un gesto tecnico in sé rapido, ma reso estremamente complesso dal peso e dalla fragilità della piccola paziente, che ha trasformato un intervento di per sé ordinario in qualcosa di straordinario - ha commentato il professore Galimberti - La buona riuscita dell'operazione consentirà alla neonata di avere ancora un futuro. Un risultato reso possibile non solo dal lavoro di noi chirurghi, che siamo solo una parte, forse la più evidente, di un'équipe multidisciplinare ben più ampia, composta da cardiochirurghi, neonatologi, anestesisti e ginecologi».
L'intervento (spiegano) è stato il frutto di una forte e crescente collaborazione tra i due centri di eccellenza riconosciuti a livello internazionale: negli ultimi mesi, si è consolidata una sinergia operativa tra la cardiologia e la cardiochirurgia dell'IRCCS Policlinico San Donato e la ginecologia, ostetricia, neonatologia e pediatria dell'IRCCS Ospedale San Raffaele, con percorsi integrati che seguono le donne - e i neonati - dalla diagnosi prenatale di cardiopatie congenite, al parto, fino alla cura post-natale.