Cronaca locale

"Un pretesto per accentuare divisioni". La stoccata del sindaco all'Anpi

L'Anpi di Grosseto resta contraria all'intitolazione di una via cittadina a Giorgio Almirante e ha sfruttato la commemorazione dell'eccidio di Maiano Lavacchio per contestare l'amministrazione di centrodestra. Il sindaco: "Pretesto per screditare la ricorrenza ed accentuare il clima di divisione"

Il sindaco di Grosseto (il primo da sx, con gli occhiali da sole) durante la cerimonia di ieri
Il sindaco di Grosseto (il primo da sx, con gli occhiali da sole) durante la cerimonia di ieri

La decisione simbolica di intitolare una via a Giorgio Almirante ed un'altra ad Enrico Berlinguer, annunciata giorni fa dalla giunta di centrodestra che amministra il Comune di Grosseto, era stata applaudita a livello nazionale anche da esponenti vicini al centrosinistra. L'Anpi continua però a dirsi contraria alla scelta ed avrebbe strumentalizzato la tradizionale cerimonia di omaggio alle vittime dell'eccidio di Maiano Lavacchio (svoltasi ieri) per contestare il centrodestra e fare propaganda. Questa l'accusa di Antonfrancesco Vivarelli Colonna, primo cittadino del Comune toscano che non ha nascosto una punta di irritazione per quanto avvenuto, ricordando gli eventi e l'impegno concreto mostrato da tutto il centrodestra nel ricordare in maniera consona la ricorrenza. E a mente fredda, nelle scorse ore, non ha esitato a rispondere per le rime.

La contestazione "strumentale" durante la cerimonia

Tutto è iniziato ieri ad Istia d'Ombrone, una frazione della realtà maremmana, durante la commemorazione dell'uccisione di undici ragazzi fucilati come disertori quasi ottant'anni fa. Un evento al quale prendono parte ogni anno i rappresentanti delle forze dell'ordine e delle istituzioni, oltre agli esponenti dell'Anpi. Vivarelli ha posto l'accento sulla necessità di ricordare le vittime di quella tragedia ed insieme alle associazioni ha peraltro inaugurato sul posto la "Casa della memoria al futuro" (che ospiterà una mostra permanente). Anche Fabrizio Rossi, deputato di Fratelli d'Italia in Parlamento ed assessore all'urbanistica a Grosseto, in precedenza era stato chiaro. "Il 22 marzo ricorre l’anniversario dell’eccidio di Maiano Lavacchio, dove nel 1944 furono fucilati undici giovani considerati disertori - il pensiero di Rossi, espresso sulla propria pagina Facebook - come amministratore ma anche come cittadino, ho il dovere di ricordare e trasmettere la memoria di quelle vittime affinché divenga patrimonio condiviso di dialogo e confronto, oltre ogni forma di odio e contro la guerra civile tra italiani". Prese di posizione nette, che tuttavia non sono evidentemente bastate agli esponenti dell'Anpi. E la contestazione di questi ultimi si è concretizzata proprio all'inizio del discorso di Vivarelli: alcuni hanno intonato "Bella Ciao", altri hanno iniziato a fischiare, altri ancora si sono voltati in segno di protesta.

Anpi continua a dire "no" a via della Pacificazione Nazionale

Ad Anpi continua insomma a non piacere l'idea di "via della Pacificazione Nazionale", che prevede di dedicare i due tratti di una nuova arteria che sorgerà nel capoluogo maremmano ad Almirante e a Berlinguer (dando così vita ad un forte gesto simbolico basato sul rapporto di stima reciproca che univa i due politici della Prima Repubblica). Un'iniziativa applaudita di recente anche dal giornalista Antonio Padellaro, di certo non vicino alla destra. La sezione grossetana dell'associazione dei partigiani sta tuttavia continuando ad opporsi, in quanto considera proprio lo storico leader del Movimento Sociale Italiano il "mandante morale" della strage di Maiano Lavacchio. I vertici Anpi avrebbero inoltre rinfacciato a Vivarelli anche una serie di mancanze di rispetto (a loro dire) quale la scelta di presentarsi alla commemorazione senza la fascia tricolore. E il diretto interessato, chiamato in causa e ricordando il proprio impegno, non ha rinunciato a togliersi qualche sassolino dalla scarpa in una nota pubblicata sulla propria pagina Facebook.

L'accusa del sindaco ad Anpi: "Pretesto colto per accentuare divisioni"

Dopo aver puntato il dito contro l'atteggiamento mostrato nei suoi confronti dell'Anpi, Vivarelli ha poi fatto presente come già a pochi secondi dalla fine della cerimonia alcuni membri dell'associazione si siano seduti accanto alla corona appena deposta per iniziare la campagna di tesseramento. E ha reso noto quello che reputa un ulteriore tentativo di strumentalizzazione usando una metafora biblica. "Quale commemorazione? Quale rispetto? E non parlo solo di rispetto della mia persona, dell'istituzione che rappresento più volte richiamata dagli interventi, ma anche e soprattutto verso i ragazzi che erano venuti ad ascoltare.

Non hanno potuto sentire, gli è stata tolta la libertà dell’ascolto con canti e fischi, perché la cerimonia di Maiano Lavacchio è diventata un pretesto per screditare l'intera ricorrenza e accentuare quel clima di divisione, che avremmo il dovere di superare - le sue parole, chiudendo con una "stoccata" - se il rispetto non si ha nei confronti della persona, si ha il dovere di averlo quantomeno nei confronti di chi ricordiamo, altrimenti si rischia di essere proprio come i mercanti nel tempio".

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