Cronaca locale

Mancano i collaudatori: a Roma fermi i cantieri delle grandi opere

Tra parcheggi e ponti, le opere pubbliche nella Capitale sono al palo da tempo: la speranza è che la situazione si sblocchi a partire dall'inizio del prossimo anno

Mancano i collaudatori: a Roma fermi i cantieri delle grandi opere

A Roma ci sono solo 17 collaudatori, figure di primaria importanza per poter aprire i cantieri e quindi testare e inaugurare le opere pubbliche realizzate. Pare assurdo a dirsi, eppure questa in apparenza "semplice" carenza sta di fatto paralizzando i lavori nella Capitale.

Cantieri fermi

Uno degli obiettivi primari della giunta Gualtieri è quello di incrementare progressivamente il numero di tali figure professionali a partire dagli inizi del 2023. Un passo fondamentale per sbloccare finalmente i numerosi cantieri rimasti al palo, tanto che, per tagliare i tempi previsti per rimpinguare il numero dei collaudatori, il Comune sta pensando di inserire degli specialisti prendendoli dal settore privato oppure da altre amministrazioni.

"Assistevamo a una continua carenza di queste figure", dichiara a Il Messaggero l'assessore ai Lavori pubblici e alle Infrastrutture di Roma Capitale Ornella Segnalini,"e avere ridefinito le modalità di gestione e di affidamento degli incarichi vuol dire aver dato una significativa accelerazione a pratiche che rischiavano di bloccare il termine dei lavori". Finalmente un po' di olio negli ingranaggi della arrugginita macchina delle opere pubbliche, quindi. L'assessore all'Urbanistica Maurizio Veloccia ricorda che tra i lavori da sbloccare vi saranno anche quelli relativi alla viabilità in zone delicate quali ad esempio Ponte Galeria, Muratella, Castelverde, via Ponderano e via Longoni.

L'accelerazione prevista per il prossimo anno, risulterà cruciale anche per evitare intoppi ai cantieri del Giubileo o a quelli che dovrebbero realizzarsi coi fondi del Pnrr (ad esempio la scuola Tullia Zevi).

L'intoppo dei parcheggi

Tra i ritardi più eclatanti sulla tabella di marcia tracciata originariamente non si possono non citare i lavori previsti per realizzare il parcheggio interrato del lungotevere Arnaldo Da Brescia (vicino a Piazza del Popolo) e quello di Cornelia.

Per quanto concerne il primo bisogna addirittura percorrere a ritroso gli anni fino all'epoca Veltroni: il parcheggio rientrava nelle opere del piano urbanistico 2008. Due anni dopo (2010), finalmente l'area fu consegnata per la realizzazione dei lavori: ina volta collocate le transenne attorno alla zona interessata, tuttavia, il Comune non ha fatto più nulla. Il problema del parcheggio del lungotevere torna in auge di tanto in tanto, ma a parte qualche modifica al progetto iniziale non si segnalano passi in avanti negli ultimi anni: l'ultimo nel marzo 2022, quando le società concessionarie hanno finalmente presentato, a un passo dalla scadenza, le necessarie fideiussioni bancarie.

Il progetto del parcheggio di Cornelia è arenato dal 2006: il mese scorso il comune di Roma ha pubblicato l'avviso per concederlo in gestione per 35 anni, con la speranza di attirare investitori e concludere i lavori entro il Giubileo. Anche i posteggi della Conca d'Oro attendono uno sblocco: terminate le opere di riqualificazione e ristrutturazione, si attende il collaudo nonché l'allaccio alla rete elettrica: la speranza è quella di concludere entro l'estrate 2023.

I ponti

Non va meglio ai ponti, dato che, per quanto concerne il litorale, restano ferme al palo le opere previste per quello di Dragona e per la Scafa. I lavori relativi a quest'ultimo sono stati inizialmente bloccati dalla Soprintendenza a causa di alcuni ritrovamenti archeologici. Successivamente è intervenuto un ritardo per via delle richieste da parte dei CinqueStelle di modificare il progetto iniziale per consentire l'inserimento di una pista ciclabile. Di quello di Dragona, invece, si è persa quasi memoria. Così come per quanto riguarda il ponte dei Congressi: un discorso interrotto tra la fase di progettazione e quella della gara d'appalto, a cui peraltro non ha partecipato nessuno.

Insomma, prima di pensare ad organizzare la Ryder Cup di golf nel 2023, per il Campisoglio restano una serie di gatte da pelare di non poco conto.

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