
Una vicenda che ha dell'incredibile, quella che arriva dall'ospedale di Sciacca (Messina), dove il primario del reparto di oncologia, a causa di una grave carenza di farmaci salvavita per i suoi pazienti, ha deciso di ovviare al problema mettendosi lui stesso in auto per andare a recuperarli fino ad Agrigento.
Da un lato resta lo sconforto per una situazione che, vista la drammaticità delle patologie trattate nella struttura, non dovrebbe mai e poi mai accadere, dall'altra c'è la grande dedizione di un professionista, il dottor Domenico Santangelo, che non ha fatto tante storie guidando per oltre 180 chilometri con il solo obiettivo di procurare i farmaci mancanti e aiutare le persone che necessitavano di quelle cure.
A spiegare cosa è accaduto è il capogruppo della Democrazia cristiana nell'assemblea regionale della Sicilia Carmelo Pace, che ha lanciato l'allarme affinché una situazione del genere non si verifichi più, sottolineando, purtroppo, che altri pazienti sono ancora in attesa dei medicinali loro necessari per combattere il terribile male che li affligge.
"Sono stato contattato da una paziente oncologica che si trova, da stamattina, all'ospedale di Sciacca (Agrigento)", spiega il politico. "Mi è stato riferito che il primario del reparto, Domenico Santangelo, si sarebbe messo direttamente in macchina in direzione Agrigento per ritirare, personalmente, i farmaci salvavita da consegnare ai pazienti per le cure", precisa ancora.
Due ore di viaggio, quindi, che il primario ha dovuto fare per aiutare personalmente i propri pazienti, ma dietro il lodevole episodio c'è di fatto una lacuna che non è tollerabile. "Al netto della gratitudine, che esprimo pubblicamente, per il gesto encomiabile di un professionista che ha a cuore il diritto alla salute e alle cure dei nostri concittadini", considera Pace, "mi chiedo e vi chiedo: non ci avevano assicurato, dalla direzione sanitaria, che era stato tutto risolto?".
Ad essere ancora più grave è il fatto che la situazione resta critica. "La camera bianca è ancora indisponibile, i farmaci salvavita continuano ad arrivare in ritardo e, ahinoi, grazie, a quanto pare all'impegno di una persona scrupolosa rientrata dal congedo per fronteggiare questa situazione", precisa il deputato della Dc,"in questo momento il numero delle persone che attendono, in reparto, i farmaci salvavita sarebbero venti".
"Nessuno di loro ha certezza sui tempi d'attesa per le cure. Siamo già al quarto giorno", spiega in conclusione il politico,"Per quanto tempo deve andare avanti questa storia? È questa la sanità che ci meritiamo?".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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