Cronaca locale

Il Prefetto ordina lo "sfratto" dei migranti e la sinistra scatena un putiferio

Reddito superiore a 6mila euro, in prima accoglienza da almeno 3 anni e con l'istanza di protezione internazionale rigettata. I migranti difesi dalla sinistra della rossa Bologna dopo che il Prefetto ha ordinato l'uscita dai CAS per limitare il sovraffollamento

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La sinistra senza migranti scende subito in piazza. É quello che sta succedendo in queste ore a Bologna, dopo l’ordinanza del Prefetto Attilio Visconti che ha disposto l’uscita di centinaia di persone dai centri di accoglienza in quanto non idonei. I migranti coinvolti sono principalmente coloro che vivono nel CAS di Via Mattei, un luogo infernale oggetto proprio dei rivolte dei migranti stessi che da anni denunciano condizioni invivibili, mancanza di cibo e tendopoli.

“Escludere in maniera indiscriminata dal sistema dell’accoglienza prefettizia CAS, lasciando persone in strada abbandonate a se stesse non è altro che un’ammissione del fallimento di un sistema dell’accoglienza che non investe sull’intergrazione”, dichiarano a Bologna Today gli esponenti dem - e affiliati al sindaco Pd Matteo Lepore - Alessandro Albergamo, Michele Campaniello e Sara Accorsi.

In realtà, andando a leggere l’ordinanza prefettizia, di cui IlGiornale.it è entrato in possesso le cose non starebbero proprio così. “Dal report dello stato giuridico degli ospiti dei CAS è emerso che sono presenti 269 persone che hanno presentato ricorso avvero il rigetto della domanda di protezione internazionale disposto dalla locale Commissione Territoriale”, si legge. In pratica, quasi 300 migranti al quale non è stata accordata la protezione internazionale si trovano ancora nei centri di prima accoglienza.
“Dall’esame delle singole posizioni è emerso - continua il documento - che 100 persone, per le quali non sussistono condizioni di vulnerabilità, sono in accoglienza da almeno tre anni”.

Da qui la decisione di Visconti di permettere ai nuovi arrivati l’accoglienza, facendo uscire chi da anni sfrutta una condizione che non è legittima.
“Risulta maggiormente adeguato - si legge infatti - disporre l’uscita dai CAS di persone che già da anni fruiscono di misure di accoglienza e che hanno visto rigettata l’istanza di protezione internazionale in quanto capati di orientarsi sul territorio e maggiormente autonomi”.

L’accoglienza della sinistra, che oggi nello show di fronte alla prefettura parla di diritti umani, è la stessa però che affida a cooperative e operatori una gestione folle del centro Mattei dove, proprio per sopperire al problema ben esposto dal Prefetto, da anni sono state create tendopoli. Insomma: vietato far uscire i migranti ma si continua ad accogliere indistintamente, lamentandosi - poi - del sovraffollamento e dei pochi fondi per tutte le presenze.

Non è certo questa la prima misura di contenimento del fenomeno migratorio su Bologna da parte dello stesso Prefetto.
Perché gli "ospiti abusivi" non sono solo coloro che non hanno diritto alla protezione internazionale e coloro che sopravvivono nei centri per anni, ma piuttosto quei migranti che sono in possesso di un reddito che supera la soglia per cui è garantita l'accoglienza.
Lo scorso gennaio, ma anche nei mesi successivi, la Prefettura aveva imposto a decine di migranti di lasciare il Centro Mattei entro cinque giorni in quanto questi avevano superato la soglia di reddito di 5900 euro annui.

A queste decisioni istituzionali ha sempre risposto il Coordinamento Migranti, una sorta di comitato autogestito che dichiarava: “i costi degli affitti sono arrivati alle stelle e i proprietari razzisti rifiutano di affittare un appartamento a chi ha la pelle nera”. E ancora: “regole razziste che sbattono i migranti fuori dall’accoglienza se il loro salario supera le 5.000 euro l’anno”.

A tutto questo la sinistra risponde che i migranti sono persone che garantiscono il funzionamento di filiere essenziali per la nostra economia. “Risorse” però lasciate senza cibo, stipate in tende e senza nessuna tutela. Il solito contraddittorio dei dem che, pur di portare avanti la mangiatoia dell’accoglienza calpesta effettivamente la dignità dei migranti, utilizzati solo come slogan politico.

Da una parte, quindi, la decisione della Prefettura che “ordina” di fare posto ai nuovi arrivati, sfrattando coloro che vivacchiano da anni in quelle che dovrebbero essere, per legge, situazioni temporanee. Dall’altra la rossa Bologna che organizza un sit-in a favore di immigrati irregolari, con reddito, senza protezione internazionale perché negata e che da anni e anni sfruttano il nostro paese. Ciliegina sulla torta: le condizioni disumane in cui vivono affidate a cooperative amiche.

Ma questo non conta nei fatti, l’importante è accogliere sempre di più.

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