Cronaca locale

"Mi ha seguita fino a casa, aveva occhi terribili". Aggressione choc di una studentessa a Milano

Margherita stava tornando a casa dopo aver fatto jogging quando uno sconosciuto ha iniziato a seguirla puntandole contro una chiave. "Mi sono salvata perché nello studentato c'era il portiere fino a tardi"

"Mi ha seguita fino a casa, aveva occhi terribili". Aggressione choc di una studentessa a Milano Esclusiva

Margherita M. ha ancora la voce tremante e agitata quando racconta a ilGiornale.it cosa le è successo sabato sera mentre stava facendo ritorno nella residenza universitaria in cui vive, dopo aver fatto jogging. È appena uscita dalla stazione dei carabinieri della Compagnia Milano Duomo dove ha denunciato un'aggressione.

Cosa è successo sabato 3 giugno?

"Sabato scorso stavo percorrendo la mia via per tornare nella residenza studentesca in cui sono, in zona Conciliazione. Erano le 20.15, c'era ancora la luce, e uno a maggior ragione non si aspetta di essere aggredito. A un certo punto un uomo ha iniziato a seguirmi e io me ne sono accorta. Tra l'altro ero vestita da running e non avevo niente addosso, né gioielli né soldi; quindi non mi stava seguendo con qualche finalità di furto, perché magari avesse visto qualcosa di appariscente addosso, non avevo niente".

Le si è avvicinato in modo minaccioso?

"Ha iniziato a seguirmi puntandomi una chiave e appena me ne sono accorta ho iniziato a correre e lui anche, correndomi dietro. Ho percorso i 500 metri che mi distanziavano dall'entrata della mia residenza e pensavo di essere ormai al sicuro una volta entrata; invece lui ha proprio fatto una violazione di domicilio ed è entrato con me. All'inizio l'ho visto spaesato, si guardava intorno... poi ha capito dove fossi e ha iniziato a volersi avventare un'altra volta contro di me".

E a quel punto cosa è successo?

"Per fortuna dove abito io è una residenza universitaria in cui c'è un portiere, almeno fino alle 22,30, che ha avuto la prontezza di raggiungere quell'uomo e di accompagnarlo in maniera forzata fuori dall'edificio. Poi l’aggressore è scappato. Ho sporto denuncia presso i carabinieri che adesso guarderanno le telecamere del mio pensionato studentesco. Spero riescano a prenderlo".

Lei ha visto bene in faccia il suo assalitore?

"Assolutamente sì. Era un uomo italiano che avrà avuto sui 55-56 anni al massimo. Ricordo in particolare il suo sguardo, che era forsennato, spaventoso, aggressivo. Non voglio neppure immaginare se fosse successo quando la sera devo entrare in un altro modo perché non c'è il portiere: sicuramente mi avrebbe raggiunta e non so cosa avrebbe potuto farmi. Questa è stata la mia paura principale ripensandoci dopo".

Lei è a Milano per studiare?

"Sì, sono una studentessa di 22 anni che ha una vita normalissima. Durante la settimana torno anche tardi la sera perché faccio uno sport che me lo richiede e adesso ho paura di ritrovarmi quella persona in qualsiasi momento e di non essere così fortunata come sabato scorso. Io sono friulana e frequento qui l'università da fuori sede".

Non le era mai successo prima di essere aggredita?

"No, non mi era mai successo e, nonostante in questo periodo si sentano i reati peggiori perpetrati nei confronti delle donne, tra l'altro tutti a Milano, io prima non ci pensavo. I controlli sono da aumentare ovunque, anche nelle zone belle come quella in cui vivo io, un quartiere residenziale che ho considerato sicuro fino a quel momento. Una zona dove però passano pochissime auto e sabato, fatalità, ero da sola, non c'era in giro nessuno, nonostante fossero le 20,15 e ci fosse ancora il sole.

Una volta raggiunto, nessuno ha poi pensato a bloccare il suo aggressore e a chiamare le forze dell'ordine?

"Purtroppo no, ci vorrebbe magari una educazione maggiore ai cittadini anche sotto questo punto di vista. All'interno della residenza studentesca c'erano il portiere e altri universitari, ma nessuno ha pensato di trattenerlo e chiamare i carabinieri. Io stessa non ci ho pensato e ora mi recrimino il fatto di non aver avuto la prontezza di riflessi per chiamare subito il 112.

Nel suo caso è comprensibile, era spaventata.

"Sì, ma diciamo che la capacità reattiva è importantissima in queste situazioni. Io ho avuto la forza di scappare, di correre, di raggiungere il portiere, perché in quel momento ho temuto davvero per la mia incolumità, però non di chiamare il 112. Continuo a pensare che potrei ritornare a casa in qualunque momento e ritrovarmelo davanti, magari quando devo rientrare alle 23".

E ha detto che lo riconoscerebbe subito?

"Sì, lo riconoscerei ovunque perché aveva uno sguardo terribile, di qualcuno che vuole farti del male. Non stava cercando di rubarmi qualcosa, non so neanche cosa volesse da me però aveva degli occhi davvero terribili. Se mi mettessero davanti 100 persone saprei riconoscerlo subito".

Il suo racconto potrà aiutare altre donne che magari non pensano di poter essere in pericolo.

"Lo spero. Parlarne credo che sia utile, perché è brutto incutere paura alle persone, ma serve a metterle in guardia. Anche io quando giro per strada con le mie amiche non ci penso. La sera precedente alla mia brutta avventura stavo andando con altre ragazze a fare un aperitivo in centro e loro mi dicevano di camminare veloce perché comunque c'erano delle persone non troppo raccomandabili vicino a noi. E io invece continuavo a dire: siamo in una bellissima zona, siamo in Duomo, siamo tranquille... Ho sempre vissuto in modo tranquillo e ho sempre pensato che le cose capitino anche per sfortuna, neppure adesso vorrei vivere con il timore. Vorrei continuare con la mia routine però dopo sabato ci penso un po' di più".

Qual è secondo lei la cosa più importante in questo momento per cercare di garantire una minima sicurezza alle donne?

"Più forze dell'ordine sicuramente, ci sono delle vie di Milano in cui non si vedono mai passare macchine della polizia o dei carabinieri. E poi anche la prevenzione spiegando alle possibili vittime di aggressioni, soprattutto le donne, di reagire immediatamente e di chiamare subito il 112, magari di camminare con il telefono pronto per la chiamata.

C'è un allarme sicurezza, noi donne siamo puntate in un modo spaventoso in questo periodo a Milano e io non pensavo mai potesse capitare a me, e invece mi è capitato".

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