Cronaca locale

"Un minuto in più e sarebbe morto". Bimbo di un anno salvato dai carabinieri

Con la loro vettura, a sirene spiegate in mezzo al traffico, i militari hanno scortato la macchina dei genitori del piccolo fino al pronto soccorso dell’ospedale Villa Betania di Napoli

"Un minuto in più e sarebbe morto". Bimbo di un anno salvato dai carabinieri

Ormai non ci credevano più, il traffico caotico di Napoli stava rallentando in maniera eccessiva la folle corsa all’ospedale dei familiari di un bimbo di appena un anno. Il suo cuoricino si era fermato e i genitori del piccolo si erano subito messi in macchina per raggiungere il nosocomio più vicino. Quando sembrava tutto perduto, alcuni carabinieri, in pattuglia a via Chiaromonte, hanno sentito il frastuono del clacson suonato all’impazzata e sono intervenuti tempestivamente. Con la loro vettura, a sirene spiegate nel traffico, hanno scortato la macchina dei genitori del bambino fino al pronto soccorso dell’ospedale Villa Betania.

La loro azione è stata decisiva. Il piccolo è arrivato nella struttura sanitaria in blocco cardiaco, ma i medici sono riusciti a rianimarlo. Lo hanno prima intubato e poi, con un massaggio cardiaco, lo hanno riportato in vita. Nel nosocomio si è gridato al miracolo. “Un minuto in più e sarebbe morto”, hanno detto i soccorritori ai familiari del bimbo che adesso sta bene ed è fuori pericolo. Per precauzione è stato trasferito al Santobono. I genitori hanno ringraziato i carabinieri, i quali hanno salvato il loro figlio, ormai destinato a morire.

Il papà del piccolo, un autotrasportatore 29enne, ha rilasciato alcune dichiarazioni al Corriere del Mezzogiorno. “Mi è arrivata una chiamata – ha detto – mentre ero al lavoro. La prima fortuna è che in quel momento non mi trovavo fuori Napoli come spesso accade per servizio. Avevo già chiamato casa più di una volta perché la mattina il piccolo era stato vaccinato, un vaccino di quelli obbligatori. Chiamavo per chiedere come si sentisse e mia moglie mi ha risposto ogni volta che era tutto a posto e che si sentiva solo un po’ giù. Poi, mentre stavo chiacchierando con i miei principali e alcuni colleghi, ho ricevuto una nuova chiamata da mia moglie che mi chiedeva di correre subito a casa.

Aveva una voce allarmata e mi sono precipitato”.

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