Napoli, Palazzo Reale ospiterà la conferenza internazionale dell’Unesco

L’evento si terrà il prossimo mese di giugno. Il capoluogo partenopeo ha vinto la sfida con Firenze

Napoli, Palazzo Reale ospiterà la conferenza internazionale dell’Unesco

La regione Campania vanta un importante record in ambito culturale: sono dieci i riconoscimenti assegnati dall’Unesco a uno dei territori più belli d’Italia. L’Organizzazione delle nazioni unite ha sempre avuto un occhio di riguardo per il capoluogo, la città di Napoli, ricca di storia e di beni architettonici. È proprio in uno di questi, probabilmente il più significativo, che nel prossimo mese di giugno si svolgerà una conferenza internazionale organizzata dall’Unesco: Palazzo Reale. Argomento del convegno sarà il futuro del patrimonio mondiale dell’umanità a cinquant’anni dall’istituzione della convenzione sulla tutela dei beni materiali (siti archeologici, monumentali e di particolare pregio paesaggistico) e a venti da quella dei beni immateriali.

Napoli la spunta su Firenze

A volere fortemente che la conferenza si tenesse in Campania, come riporta il Corriere del Mezzogiorno, sono stati i ministri degli Esteri e della Cultura Antonio Tajani e Gennaro Sangiuliano, i quali hanno insistito per spostare l’evento da Firenze, dove era previsto in un primo momento, a Napoli. I numerosi ospiti potranno non solo seguire l’incontro, ma avranno l’opportunità di gustare una visita guidata agli scavi archeologici di Pompei e di assistere a una serata musicale al Teatro San Carlo.

La Campania e l’Unesco

Molte bellezze territoriali campane, comunque, da circa trent’anni sono considerate meritevoli di tutela da parte dell’Unesco. Sono patrimonio dell’umanità circa diciassette chilometri quadrati di centro storico di Napoli, ma anche beni immateriali come la pizza. Fuori città vanno menzionate le aree archeologiche vesuviane: in particolare rientrano nel patrimonio Unesco i siti archeologici di Pompei, Ercolano e Oplontis. In provincia di Caserta ci sono la Reggia vanvitelliana e il complesso monumentale di San Leucio che ospitava le seterie borboniche. Anche il Cilento, nel Salernitano, ha visto riconoscere a livello storico l’importanza di siti come il Parco nazionale e del Vallo di Diana che ospitano i templi di Paestum e la città di Velia.

Tra gli altri beni immateriali vanno ricordati, poi, alcune feste religiose, tra cui quella dei Gigli di Nola, la dieta mediterranea e la pratica della transumanza, ossia gli spostamenti stagionali del bestiame nell’area di Lacedonia, nell’Avellinese.

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