
I punti chiave
Addio alle zone rosse della città di Napoli: lo ha deciso il Tar della Campania con una sentenza che ha annullato quanto stabilito inizialmente da Michele Di Bari, prefetto della citta partenopea, lo scorso 30 giugno (con una proroga) con il divieto di stazionamento in alcune aree del capoluogo.
Le motivazioni del Tar
Il Tar ha giudicato non legittimo e lesivo di alcuni principi costituzionali l'esercizio del potere del prefetto visto che sono venuti a mancare i presupposti per questo tipo di ordinanza. In sostanza, non c'era alcun tipo di emergenza affinché determinate zone rosse della città fossero attive. "La sentenza dichiara apertamente che non vi era alcuna emergenza eccezionale, né alcuna motivazione nuova, idonea a giustificare l'uso reiterato di poteri prefettizi straordinari. Un richiamo forte e definitivo alla legalità costituzionale, contro ogni tentativo di trasformare l'eccezione in prassi", si legge sulla nota.
Le dichiarazioni del team legale
La battaglia legale è durata alcuni mesi come ha dichiarato, in una nota congiunta, il team legale composto da Andrea Chiappetta e Stella Arena, legali delle associazioni che hanno presentato il ricorso. "È una vittoria dello Stato di diritto. Il Tar ha riconosciuto che le ordinanze del Prefetto erano illegittime e violavano principi costituzionali. Dopo mesi di contenzioso, viene sancito un principio fondamentale: il potere straordinario non può diventare regola ordinaria. Il diritto non può piegarsi a logiche di emergenza permanente", spiega una nota inoltrata dopo la sentenza del Tar.
I legali hanno poi sottolineato che questa decisione ristabilisce "il primato della Costituzione sull'arbitrio amministrativo", dal momento che "nessuna direttiva ministeriale può derogare, neanche di fatto, ai principi di uguaglianza, legalità, presunzione di innocenza e proporzionalità. È una sentenza che difende la democrazia", viene sottolineato nella nota.
Sulla vicenda sono intervenuti anche Chiara Capretti e Pino De Stasio, consiglieri municipali di Napoli, parte anche loro di chi ha inoltrato il ricorso: per loro si tratta di "una
bocciatura senza appello per chi ha usato lo stato di emergenza come pretesto per aggirare il confronto democratico e marginalizzare le istituzioni locali. Il Tar restituisce parola al diritto e visibilità ai territori".