Il politicamente corretto arriva anche nei piccoli comuni: il caso di Adro

L'annuncio del Comune utilizza l'asterisco di genere per promuovere i servizi di un consultorio familiare, inclusi lo Spazio mamme, descritto come luogo di confronto per donne e "neonat*"

 Il politicamente corretto arriva anche nei piccoli comuni: il caso di Adro
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Il comune di Adro, ex feudo leghista in provincia di Brescia, ha recentemente fatto parlare di sé per un'iniziativa che ha suscitato discussioni. Sul canale istituzionale dell’Amministrazione è stato pubblicato un post dedicato ai servizi per le mamme e i loro “neonat*”. Un caso che fa riflettere: questo politically correct è davvero sostanza o strizza l'occhio alle "mode" del momento?

Il caso

Una delle prime polemiche tra maggioranza e minoranza ad Adro è stata scatenata da un asterisco. Nella cittadina bresciana la nuova amministrazione di centrosinistra del sindaco Davide Moretti è stata criticata dal predecessore primo cittadino, ora consigliere dell'opposizione Paolo Rosa, per un post sulla pagina Facebook del Municipio che utilizzava l'asterisco di genere per pubblicizzare alcuni servizi del Consultorio familiare Sant’Andrea di Iseo, tra cui lo Spazio mamme, descritto come un luogo di confronto per le donne e i loro “neonat*". In questo momento storico lo scopo dell'asterisco è quello di includere ogni identità di genere, nonostante questa finalità porti spesso a fare solo una grande confusione.

Politically correct

La parola alla Crusca

L'Accademia della Crusca in passato si è espressa nei confronti di schwa, asterischi e genere neutro. Secondo i linguisti “è da escludere nella lingua giuridica l’uso di segni grafici che non abbiano una corrispondenza nel parlato, introdotti artificiosamente per decisione minoritaria di singoli gruppi, per quanto ben intenzionati. Va dunque escluso tassativamente l’asterisco al posto delle desinenze dotate di valore morfologico”. La lingua viene sempre decisa dall'uso e dal parlato e non da un'élite ideologizzata. In questo frangente risulta ingenuo pensare che l'effettivo rispetto per le persone, in questo caso per dei neonati e le loro famiglie, dipenda da un segno grafico. Nonostante questo aspetto, ci troviamo in un periodo storico in cui le battaglie civili vengono spesso combattute con le tastiere mentre la buona e vecchia manifestazione per i diritti in piazza sembra oramai un lontano ricordo.

Non resta che vedere se gli asterischi, che oramai sono diffusi anche nei piccoli contesti locali, riusciranno nel loro intento di "confortare" al meglio le mamme e i loro bambini appena nati o risulteranno, per l'ennesima volta, una cornice in grado di fuorviare e confondere in nome del politicamente corretto.

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