"In cura anche la sorella, si suicidò". L'ombra delle altre vittime sullo psichiatra

Si fa ancora più oscura la vicenda che vede come protagonista lo psichiatra di 72 anni condannato per violenze commesse su una paziente. Gli inquirenti temono che ci siano altre vittime

"In cura anche la sorella, si suicidò". L'ombra delle altre vittime sullo psichiatra

Potrebbero esserci anche altre ragazze abusate di Stefano Maria Cogliati Dezza, lo psichiatra di 72 anni condannato a quattro anni e mezzo di reclusione con il rito abbreviato per violenza sessuale commessa su una giovane paziente in estreme condizioni di fragilità psicologica.

Fin da subito il timore degli inquirenti è stato che il professionista potessi essersi servito del proprio lavoro per approfittare di altre ragazze fragili. Ciò che emerge da ulteriori verifiche effettuate dagli investigatori è a dir poco inquietante.

Da lui la sorella che si è suicidata

La ragazza di 25 anni, che ha descritto con dovizia di particolari i rapporti estremi a cui la sottoponeva lo psichiatra, potrebbe non essere la sola vittima. Anni prima, sua sorella era stata la paziente di Cogliati Dezza. Nel 2007, la giovane si era suicidata.

Il suicidio della sorella aveva provocato nell'animo della 25enne un tale squilibrio da portarla al limite, e per tale ragione i suoi genitori avevano deciso di rivolgersi allo stesso specialista. Nel 2019, la famiglia della ragazza si presenta quindi nuovamente da Stefano Maria Cogliati Dezza, direttore di Villa Giuseppina, e questi arriva addirittura a promette ai genitori che "si sarebbe fatto perdonare per la morte drammatica dell’altra figlia". Questo l'atroce passaggio riportato negli atti depositati nel corso delle indagini, coordinate dal pm Alessia Natale.

Potrebbero esserci altre vittime

Gli inquirenti non parlano soltanto della drammatica vicenda che ha colpito la famiglia della 25enne. Durante il mese di febbraio dello scorso anno nei confronti di Stefano Maria Cogliati Dezza erano già scattati i domiciliari proprio per il timore che potessero esserci altre vittime.

Nell'ordinanza del gip, riportata da Il Messaggero, si parla infatti di "soggetto incapace di controllare gli impulsi carnali, in quanto aventi il carattere di una vera e propria escalation di pratiche sempre più violente, mortificanti e lesive dell’altrui persona". Tale circostanza, prosegue il giudice per le indagini preliminari, porta a ritenere che vi sia concreto pericolo di ripetizione di tali comportamenti. Da qui la necessità del provvedimento.

A insospettire gli inquirenti, anche il fatto che il 72enne stesse cercando un nuovo studio in cui lavorare. "Come riferito dallo stesso Cogliati Dezza alla parte offesa, già all’epoca dei fatti era in cerca di un nuovo studio dove, a suo dire, avere più privacy per lo svolgimento delle visite", spiega il giudice. Questa ricerca di maggiore riservatezza "appare da valutare unicamente in senso sfavorevole alle esigenze psichiatriche dell’utenza dell’indagato".

"Mi legava, poi quelle punture"

Sono scioccanti i racconti della giovane paziente di Cogliati Dezza. Il resoconto della 25enne ha sconvolto gli inquirenti.

Rimasto da solo con lei in studio, il 72enne l'avrebbe abusata per mesi, quando invece avrebbe dovuto aiutarla.

"Tirava fuori siringhe, bastoni, pinze, candele, accendini. Per lui ero un oggetto. Mi legava. Mi faceva le punture per non farmi sentire dolore. Mi bendava. Era violento", ha dichiarato la giovane.

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