La discriminazione degli "anti-discriminazioni" (quelli inclusivi, ma solo a parole) ha colpito ancora. Stavolta il caso di cronaca sembra quasi da manuale dell'intolleranza: a Bergamo l'organizzatore del Pride cittadino, Luca Rota, è stato costretto a dimettersi dopo gli attacchi subiti da alcuni attivisti Lgbt per essersi fatto fotografare con l'amico Loris Rodigari, assessore forzista di Luzzana. E pensare che l'obiettivo di quello scatto, postato dal giovane militante azzurro il 18 giugno scorso, era proprio quello di dimostrare che "la lotta per i diritti è argomento di tutti" e che la solidarietà "deve superare qualsiasi barriera partitica". Figurarsi: chi agita la questione di genere come un vessillo ideologico non ha colto il valore positivo di quel messaggio e anzi ha innescato una sorta di linciaggio virtuale contro i protagonisti di quella foto.
La notizia era già circolata nei giorni scorsi, ma ora - con il passare delle ore - nuovi particolari arricchiscono l'episodio. A lasciare perplessi, ad esempio, sono le motivazioni polemiche addotte da Dominguel Radesca, attivista dell'associazione Non una di meno, che assieme a Collettiva Riot, Pacì Paciana, Fridays For Future, Poliamore e Trans* Gang aveva mandato una lettera a Luca Rota, accusandolo di avere creato un momento di "propaganda di destra". Il problema - ha spiegato l'attivista Lgbt - "non era solo la foto, ma anche il post". A seguito di quelle critiche, il forzista Rodigari ha però lamentato un vero e proprio tiro al bersaglio contro di sé e contro l'amico Rota, finito poi con le dimissioni di quest'ultimo dai ruoli organizzativi del Bergamo Pride.
L'espontente azzurro, in un successivo post, aveva quindi parlato di "discriminazione feroce, che per me è ancora più inconcepibile visto che nella mia casa politica, Forza Italia, non ho mai subito attacchi o critiche di questo genere nonostante le mie posizioni aperte e favorevoli ai diritti Lgbt+". Il giovane, in qualità di responsabile provinciale del dipartimento per le Pari opportunità, aveva infatti partecipato anche al tavolo contro l'omolesbobitransfobia della città di Bergamo. Ma non è bastato: la sua appartenenza al centrodestra è diventata, secondo alcune associazioni che a parole predicano l'inclusione, un motivo per colpire anche chi gli stava accanto in una semplice fotografia.
"Con quel post sembrava che il Pride fosse solo merito di una persona e non una comunità.
Le dimissioni di Rota sono positive: adesso ripartiamo da zero, così non ci fossilizziamo su una persona sola e andiamo oltre Luca e l'amico suo", ha commentato ancora Radesca di Non una di meno. Ma come: la realtà di cui fa parte non è quella che propaganda l'accettazione, l'eliminazione delle differenze, il superamento di certe logiche esclusiviste?- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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