Ancora violenza nelle carceri lombardi, una spirale che prosegue inarrestabile. L'ultimo episodio è stato registrato nella giornata di venerdì nell’Istituto penale per minorenni Beccaria di Milano, con una furibonda rissa tra detenuti. La zuffa è scoppiata al termine delle attività mattutine per motivi ancora da accertare ed è immediatamente intervenuto il personale di Polizia penitenziaria per evitare il degenerare della situazione. Purtroppo, come reso noto dal Sindacato Autonomo Polizia Penitenziaria, è stato un agente che per evitare il peggio lo stesso è dovuto ricorrere alle cure del caso presso il Pronto soccorso del nosocomio cittadino.
Alfonso Greco, segretario regionale per la Lombardia del sindacato, ha sottolineato come “l’ira del personale di polizia è rivolta a tutti coloro che non hanno raccolto e non hanno voluto raccogliere, in questi mesi, i reiterati allarmi del Sappe”. Greco ha evidenziato che il personale di polizia dell'istituto Beccaria affronta ogni giorno molteplici problemi, a partire dal sovrannumero dei detenuti:"Si è costretti ad utilizzare le celle del Centro di Prima Accoglienza che dovrebbero essere adibite solo ad accogliere i ragazzi in arresto in flagranza e non custodie cautelari". Ma non solo: secondo il Sappe, in più di un'occasione "il personale con una sola unità deve osservare e vigilare sia i detenuti del gruppo avanzato che lo stesso CPA (fuori circuito), con grandi problemi psichici, oppure che il personale si ritrovi a gestire carichi di lavoro restando in servizio fino a 13 ore di continuo”.
La rissa registrata al Beccaria ha ribadito ancora una volta le difficoltà causate dalla mancanza di personale, senza dimenticare la recente apertura del nuovo padiglione, fortemente voluta dal Dipartimento per la Giustizia minorile e di Comunità. Il Segretario Generale del Sappe Donato Capece ha biasimato senza mezzi termini il grave episodio avvenuto nel carcere minorile meneghino ed espha espresso rime solidarietà ai poliziotti coinvolti. A suo avviso è necessaria una completa inversione di rotta nella gestione delle carceri, gli agenti sono"in balia di questi facinorosi". E sempre più servitori dello Stato si sentono abbandonati dalle istituzioni: “Parlo di quelle donne e di quegli uomini che il carcere lo vivono 24 ore su 24, 365 giorni; che pressoché quotidianamente hanno a che fare con detenuti chemettono a repentaglio l’ordine e la sicurezza della sezione detentiva; che si confrontano a detenuti con in mano una o più lamette intrise di sangue, o con una padella piena d’olio bollente tra le mani pronta per essere buttata in faccia all’operatore, o con un piede di tavolino in mano pronto ad essere scagliato contro un poliziotto".
Capece ha aggiunto sul punto: "Dovrebbero sentire sui loro visi, anche tutti coloro che oggi si professano esperti carcerari, i pugni, le sberle, gli sputi che prendono i nostri Agenti in servizio dai detenuti più violenti. E poi ne parliamo…”.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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