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Sega e le sbarre e si cala con le lenzuola: quarta evasione per il mago della fuga

Sembra una scena da film quella messa in atto da Toma Taulant, 41enne albanese. Sono in corso le ricerche dell'uomo

Sega e le sbarre e si cala con le lenzuola: quarta evasione per il mago della fuga
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Lenzuola annodate e via. Un'evasione da film, quella del detenuto 41enne che nella notte è riuscito a scappare dal carcere di Milano Opera. L'uomo avrebbe segato le sbarre alla finestra della cella e si sarebbe calato con delle lenzuola annodate tra loro. A riferirlo è Gennarino De Fazio, segretario generale della Uilpa Polizia penitenziaria. "Non è ancora chiaro come abbia fatto poi a scavalcare la cinta muraria e se abbia goduto di complicità esterne", spiega De Fazio. Sono in corso le ricerche dell'uomo.

Un 41enne alla quarta evasione

L'evaso è Toma Taulant un 41enne albanese che può essere considerato un "mago" della fuga. Sarebbe protagonista, infatti, di altre tre evasioni: la prima dal carcere di Terni nel 2009, la seconda da quello di Parma a febbraio 2013 e la terza nel mese di dicembre 2013 dal carcere di Lantin, vicino Liegi, in Belgo.

I numeri del carcere di Opera

Nel carcere di Opera, ricorda De Fazio, "1.338 detenuti sono stipati in 918 posti disponibili (sovraffollamento del 153%) e vengono gestiti, per com’è possibile, da soli 533 agenti, quando ne necessiterebbero almeno 811 (-34%). Una situazione oggettivamente insostenibile che, oltre a ledere i fondamentali diritti umani dei reclusi, mette a durissima prova gli operatori del Corpo di polizia penitenziaria, sottoposti a carichi di lavoro inenarrabili e a turnazioni di servizio che si protraggono ben al di là della durata regolare, con la compressione di diritti anche di rango costituzionale. Del resto, a livello nazionale i detenuti sono 63.690, mentre i posti disponibili, in costante diminuzione al di là della narrazione governativa, sono solo 46.199 e alla Polizia penitenziaria nelle carceri mancano 20mila agenti.

Servono subito tangibili provvedimenti per deflazionare la densità detentiva, potenziare gli organici della Polizia penitenziaria e delle altre figure professionali, ammodernare le strutture, che in attesa dei fantomatici moduli prefabbricati continuano a sgretolarsi, implementare le tecnologie e gli equipaggiamenti, garantire l’assistenza sanitaria e avviare riforme complessive”, conclude De Fazio.

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