Stanca di aspettare il proprio turno ha dato in escandescenze inveendo contro il personale sanitario e prendendo a calci e pugni la porta d’ingresso del pronto soccorso. Il nuovo atto di follia contro chi è impegnato nel difficile lavoro di curare i malati si è verificato nella serata di ieri nell’ospedale Villa Betania, struttura situata in via Argine a Napoli. A compierlo una 52enne napoletana, poi denunciata dalla polizia con l’accusa di danneggiamento aggravato.
A raccontare l’accaduto è stata la pagina Facebook "Nessuno tocchi Ippocrate", associazione che si batte per la difesa degli operatori sanitari. Secondo quanto ricostruito, la donna non ne voleva poteva più di aspettare il proprio turno. "Mi dovete visitare altrimenti sfascio tutto!", avrebbe detto la paziente. A quel punto la situazione è degenerata. La donna ha iniziato ad inveire contro i sanitari e, in un crescendo di follia, ha preso a calci e pugni la porta d’ingresso del pronto soccorso dell'ospedale Villa Betania. La stessa paziente avrebbe anche danneggiato il tabellone delle informazioni affisso al muro della sala d’attesa.
Gli infermieri hanno immediatamente allertato le forze dell’ordine. Sul posto sono giunti gli agenti del commissariato di Ponticelli che prima hanno identificato la donna, risultata con precedenti, e poi l’hanno denunciata per danneggiamento aggravato.
Come si legge nella pagina Facebook dell’associazione, quanto accaduto a Villa Betania risulta essere l’aggressione numero 2 del 2023 che si verifica in una struttura della Asl Napoli 1. Eppure c’è chi si sforza di pensare positivo. Il dottor Manuel Ruggiero, presidente di "Nessuno Tocchi Ippocrate", parlando con ilGiornale.it, ha spiegato che questo dato "è confortante perché negli anni precedenti di aggressione se ne verificavano in media una ogni tre giorni. Abbiamo iniziato relativamente bene. Statistiche precise le avremo più avanti ma ci conforta vedere che al momento si è sotto la media degli anni precedenti". Lo stesso Ruggiero ha anche evidenziato che, a partire dal 2017, l’anno in cui si sono verificate meno aggressioni è stato il 2019 mentre il picco lo si è avuto nel 2021 e nel 2022.
Un accorato appello Ruggiero lo lancia al governo centrale che "deve rivedere priorità. Innanzitutto deve legiferare in merito alla sicurezza del personale sanitario. La salute viene prima di tutto. E soprattutto la salute di chi cura. Perché se un sanitario viene picchiato riceve una prognosi e lo stesso non sarà in servizio per un certo tempo. E ciò si ripercuote su una carenza già mostruosa.
Poi è necessario attribuire la qualifica di pubblici ufficiali a medici ed infermieri che lavorano in prima linea. Infine sono necessari un inasprimento delle pene per aggressori e il ripristino dei drappelli polizia nei pronto soccorso".
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