Cronaca locale

Per le vie del centro col fucile in mano: così il tunisino ha scatenato il caos

Il fucile è risultato essere un'arma da soft air. Si cerca ancora l'uomo che era insieme al nordafricano

Per le vie del centro col fucile in mano: così il tunisino ha scatenato il caos a Bergamo

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Per le vie del centro col fucile in mano: così il tunisino ha scatenato il caos a Bergamo

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Due persone che si aggiravano per le vie del centro con un fucile in mano hanno fatto scattare l'allarme terrorismo a Bergamo nella mattinata di due giorni fa, domenica 17 dicembre. Tutto è iniziato poco dopo le ore 11.00, quando alcuni passanti hanno contattato le forze dell'ordine per segnalare l'insolito e preoccupante episodio: i cittadini denunciavano la presenza di due giovani nordafricani nella zona intorno all'ex Magrini, vicino alla stazione ferroviaria, uno dei quali stringeva in mano un'arma da fuoco. Gli stessi che, come si è scoperto successivamente, avevano derubato del telefono cellulare di sua proprietà una dipendente della Coop di via Broseta. I passanti, terrorizzati parlavano di"due soggetti di origine nordafricana armati" che "minacciano le persone con un fucile" in un'area compresa tra via San Giorgio e via Palazzolo.

Dopo la segnalazione, sul posto si sono precipitate alcune pattuglie della polizia e due agenti facenti parte del Dipartimento anti-terrorismo della Digos, un uomo e una donna. Colti di sorpresa, i responsabili sono stati disarmati dai poliziotti, ma qualcosa nel frattempo è andato storto. Stando a quanto riferito da Prima Bergamo, una donna sarebbe intervenuta in difesa dei nordafricani, non avendo compreso che quelli che stavano tentando di bloccarli fossero in realtà degli agenti in borghese. Approfittando della confusione, i magrebini sono riusciti a divincolarsi e a fuggire. Uno dei due ha fatto perdere le proprie tracce, l'altro è stato individuato mentre cercava di nascondersi dietro un'auto posteggiata in via Fratelli Calvi. È nata una colluttazione, e il tunisino ha ferito la poliziotta a un braccio: per lei sette giorni di prognosi in ospedale.

Il responsabile è stato trasferito in questura per le consuete operazioni di identificazione e incriminazione. Gli inquirenti hanno compreso che il fucile era solo un'arma giocattolo da soft air, ma comunque sprovvisto di tappino rosso: oltre a questo, è stato sottoposto a sequestro anche il cellulare rubato alla dipendente della Coop.

A.I., 19enne tunisino senza regolare permesso di soggiorno, era sbarcato a Lampedusa solo sette mesi fa, ma aveva alle spalle già una denuncia per danneggiamento risalente allo scorso ottobre. Il nordafricano è stato arrestato con l'accusa di resistenza a pubblico ufficiale e denunciato per l'arma.

Si cerca ancora il complice, che ha perso il cellulare nella fuga ed è per questo stato facilmente identificato: si tratterebbe di un egiziano coetaneo del 19enne, a cui quest'ultimo avrebbe addossato la responsabilità della rapina e del possesso dell'arma.

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