Bimba stuprata a Perugia, il giallo dell'animatore pedofilo: il padre lo denunciò ma il camping lo ha assunto

Il 33enne aveva precedenti penali per violenza sessuale. Ma i proprietari della struttura gli hanno comunque dato lavoro

Bimba stuprata a Perugia, il giallo dell'animatore pedofilo: il padre lo denunciò ma il camping lo ha assunto
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Si sono trincerati dietro il silenzio i titolari del camping sul lago di Trasimeno, in provincia di Perugia, dove l'animatore Gabriele Priori, 33enne originario di Jesi, avrebbe abusato di una bambina di sei anni. L'uomo attualmente è ai domiciliari, in attesa del processo a suo carico per violenza sessuale, e tutte le attenzioni sono adesso rivolte ai proprietari della struttura che ha dato lavoro al giovane che aveva precedenti penali per lo stesso tipo di reato. Proprio mentre Priori veniva assunto nel camping in provincia di Perugia, si svolgeva parallelamente ad Ancona un processo contro l'animatore con l'accusa di pedofilia ma, a quanto pare, nessuno si sarebbe preoccupato di verificare sulla condotta del 33enne. Lo stesso Priori, come riporta il Corriere della Sera, ha confermato di essere stato ingaggiato in maniera semplice e veloce. "Cercavo un lavoro a contatto con loro - ha dichiarato - i bambini. Mi hanno contattato via mail, ho detto sì".

Il passato di Priori

Sarebbe bastato contattare i carabinieri per attingere tutte le notizie utili sull'animatore, ma questo passaggio non sembra essere mai stato fatto. Priori era indagato per violenza sessuale nei confronti di una bambina di sette anni già dal 2019, a cui era seguito un divieto di avvicinamento alle scuole pubbliche e private. Evidentemente il 33enne era considerato pericoloso, ma nonostante ciò l'estate scorsa è stato regolarmente assunto per lavorare fianco a fianco a un gruppo di minorenni. L'aspetto ancora più grave di tutta la vicenda riguarda un'atto che il padre di Priori, un ex carabiniere, avrebbe compiuto non molto tempo fa. Il militare in pensione avrebbe denunciato ai giudici l’intenzione del figlio di contravvenire al divieto di avvicinare minori svolgendo supplenze nelle scuole.

Cosa rischiano i titolari del camping

Il mancato controllo dei proprietari della struttura ricettiva sul lago Trasimeno avrà un risvolto giudiziario o no? A questa domanda dovrà rispondere il pm Mario Formisano, che sta coordinando le indagini insieme al procuratore capo di Perugia Raffaele Cantone. Intanto, i legali di Gabriele Priori sono al lavoro per mettere a punto la linea difensiva del loro assistito, il quale sembrerebbe non rendersi conto della sua posizione giudiziaria. Dai domiciliari pare non voglia sentire ragioni sul fatto di non poter insegnare ai bambini. "Ho i titoli di studio giusti per poterlo fare - avrebbe sottolineato - quindi sarebbe ingiusto impedirmelo". Eppure, quella che dagli inquirenti viene considerata la prima vittima di violenza da parte di Priori, era proprio una bambina di 7 anni, che gli era stata affidata come insegnante.

Le prove

le indagini hanno fatto emergere, in ogni caso, un quadro abbastanza chiaro. Oltre alle numerose immagini di minorenni trovate sul telefonino e sugli altri supporti informatici, sono stati scoperti alcuni diari segreti dove Priori appuntava tutte le sue fantasie. Un mondo incantato quello costruito nella mente dell'animatore che addirittura si considerava un "principe azzurro". I suoi avvocati mirano a evitare il carcere per il 33enne, il quale sembra avere lo stesso obiettivo.

"Voglio essere curato - avrebbe confidato ai legali - sono pronto a farlo". L'idea della difesa è quella di affidarlo al Centro italiano per la promozione della mediazione (Cipm) che lavora proprio al recupero di persone con disturbi comportamentali.

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