Cronaca nera

"Abbiamo paura". Michele Misseri libero, l'ansia dei vicini di casa

Dopo 8 anni trascorsi dietro le sbarre, il 69enne farà ritorno nel paese della provincia di Taranto

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Alla fine del prossimo mese di febbraio Michele Misseri uscirà dal carcere di Lecce dopo aver finito di scontare la pena di 8 anni che gli era stata inflitta nell'ambito del processo relativo all'omicidio di Sarah Scazzi: il ritorno ad Avetrana del 69enne, tuttavia, lascia più di qualche preoccupazione tra gli abitanti del paese della provincia di Taranto, e nello specifico dei suoi vicini di casa.

Stando a quanto riferito dalla stampa locale, peraltro, tra giornalisti, turisti e curiosi sarebbe già ricominciato un certo viavai dinanzi a quella che è stata ribattezzata la "casa degli orrori", l'abitazione sita in via Grazia Deledda dove il 26 agosto del 2010 si è compiuto uno degli omicidi più tristemente celebri della storia italiana. Michele Misseri aveva tentato in ogni modo di addossarsi la colpa per quel terribile delitto, ma le sue parole non avevano trovato riscontro nei risultati delle indagini condotte sul campo dagli inquirenti. Per la giustizia italiana a uccidere Sarah Scazzi non era stato il 69enne, bensì la figlia Sabrina e la moglie Cosima, tuttora detenute nel carcere di Taranto dove stanno scontando la condanna all'ergastolo.

Michele Misseri, invece, è stato ritenuto responsabile esclusivamente del reato di concorso in soppressione di cadavere, per aver contribuito a occultare il corpo senza vita di Sarah gettandolo in un pozzo. Condannato a 8 anni, l'uomo si appresta a uscire dal carcere e a far ritorno a casa, ma gli abitanti di Avetrana temono ciò che potrebbe accadere alle loro vite da quel momento. Già da tempo l'argomento ha iniziato a essere uno dei più discussi, con grande anticipo rispetto ai tempi della scarcerazione: il timore più grande è che la cittadina, che si trova a breve distanza da una delle coste più amate dai vacanzieri che si recano in Puglia, torni ad essere la città dell'efferato omicidio Scazzi.

"Abbiamo paura", avrebbero iniziato a mormorare quei vicini di casa che hanno dovuto convivere fin da subito con un'ossessiva attenzione mediatica che ha stravolto le loro vite: tornare al centro delle cronache porterebbe a rivivere quei giorni terribili che è impossibile lasciarsi alle spalle nonostante i tanti anni trascorsi. "Torneranno a bloccarci le strade?", si chiede qualcun altro. C'è anche chi ritiene che invece il 69enne non riuscirà mai a fare ritorno in quella casa: l'altra figlia, con cui ha mantenuto i contatti in questi anni, vive a Roma da tempo.

"Ma credo che la vita del mio assistito sia troppo legata al paese dove è nato e cresciuto", ha dichiarato l’avvocato Luca La Tanza.

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