Arrestata la madre di Saman Abbas: si nascondeva in un villaggio in Pakistan

È stata arrestata in Pakistan la madre di Saman Abbas. Nazia Shaheen è stata condannata all'ergastolo in contumacia per l'omicidio della figlia

Screen Quarto Grado
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La notizia di oggi è quella che l’Italia attendeva da tempo: è stata arrestata dalla polizia del Punjab la madre di Saman Abbas. La cattura di Nazia Shaheen, avvenuta con un blitz in un villaggio ai confini con il Kashmir - un po’ in contrasto su ciò che si credeva di sapere della sua latitanza - è avvenuta quando in Italia erano le 4.30 del mattino (le 7.30 in Pakistan). L’arresto è frutto delle indagini che hanno visto collaborare Interpol e la Polizia Federale pakistana.

Latitanza e contumacia sono i due termini che sono stati associati dalle cronache a Nazia: la donna ha infatti lasciato Novellara, dove gli Abbas vivevano e lavoravano in un’azienda agricola, il giorno dopo l’omicidio della figlia, avvenuto nella notte tra il 30 aprile e l’1 maggio 2021. Lei e il marito Shabbar Abbas si erano rifugiati nei dintorni di Charanwala, dove, in tutto questo tempo, si sono levate informazioni non sempre concordi tra loro.

All’arresto di Shabbar, nel novembre 2022, si disse per esempio che la donna si trovava in casa. È stato detto anche che fosse praticamente impossibile che in Pakistan fosse arrestata una donna, una casalinga, con un’accusa di delitto d’onore, crimine che in quel Paese è reato da tempi relativamente recenti. Non si sa cosa sia cambiato o se quell’informazione fosse pessimistica. Sta di fatto che in Italia Nazia, cui è stato notificato ora il provvedimento internazionale di cattura, è attesa in carcere.

La donna che ora sarà sottoposta all’iter necessario per l’estradizione - dopo che nel primo pomeriggio è giunta la convalida dell'arresto - è stata infatti condannata all’ergastolo in primo grado: quando giungerà in Italia tuttavia potrà affrontare in prima persona gli altri due gradi di giudizio. La corte d’assise non ha escluso che possa essere stata Nazia l’esecutrice materiale dell’omicidio di Saman, un’ipotesi che troverebbe riscontro in una parte specifica delle dichiarazioni di Danish Hasnain, zio della 18enne condannato a propria volta a 14 anni di prigione.

Forse sono state proprio le motivazioni della sentenza, che ha respinto la tesi del delitto d’onore, a portare al traguardo dell’arresto di Nazia. Secondo la corte infatti, Saman sarebbe stata uccisa non per essersi opposta al matrimonio forzato con un cugino più vecchio di 10 anni in Pakistan - come inizialmente teorizzato - ma per via della relazione con Saqib Ayub, di cui Saman era innamorata, e per via del pericolo di una nuova fuga di lei per stare con il giovane.

I due, effettivamente, avevano pronto tutto per il loro matrimonio: a Saman mancavano solo i documenti, come il

passaporto, per poter convolare a nozze. Per questo aveva lasciato la comunità protetta in cui si era rifugiata grazie ai servizi sociali italiani e fatto ritorno alla casa paterna, in cui però aveva trovato la morte.

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