Case sporche e migranti assenti. Così la cooperativa lucrava sull'accoglienza

Sette dirigenti di una cooperativa impegnata nell'accoglienza dei migranti ad Ancona sono indagati per truffa: avrebbero mentito sulla permanenza degli ospiti, continuando però ad incassare le risorse erogate dallo Stato e mettendo in atto un presunto raggiro da un milione di euro

Case sporche e migranti assenti. Così la cooperativa lucrava sull'accoglienza
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Avrebbero incassato indebitamente il denaro erogato dalla prefettura per la gestione dei richiedenti asilo, ottenendo 30 euro al giorno anche per gli ospiti che in realtà non si trovavano più nelle strutture di accoglienza che gestivano (dei quali non avrebbero quindi comunicato la partenza). Ed avrebbero "arrotondato" ulteriormente, lesinando sulla pulizia degli appartamenti destinati ad accogliere i migranti e sui viveri loro destinati. Queste le accuse dalle quali dovranno difendersi sette membri di una cooperativa onlus di Perugia (di età compresa fra i 31 e i 61 anni) con la procura di Ancona che nelle scorse ore ha ottenuto per tre di loro la disposizione di misure cautelari e il sequestro di cinque immobili situati nel capoluogo delle Marche. L'accusa principale è di truffa aggravata ai danni dello Stato: sono accusati in buona sostanza di aver lucrato sull'accoglienza, con l’inchiesta che adesso dovrà stabilire l'eventuale dolo nel commettere determinati comportamenti o se si tratta anche di pesanti negligenze.

Stando a quanto riportato dalla stampa marchigiana, tutto iniziò nel 2020, quando la cooperativa perugina si aggiudicò l'appalto per la gestione dell'accoglienza dei migranti arrivati ad Ancona. Sulla base di quanto emerso dalle indagini però, sembra che la cooperativa in questione non avesse sufficiente personale per effettuare ciò che tutte le altre cooperative devono fare quotidianamente: controlli e report diretti alla prefettura su ogni singolo movimento in entrata o uscita, per quanto concerne il numero dei migranti ospitati e le loro eventuali partenze. Cosa che non sarebbe accaduta nel caso della società umbra: per anni, sempre secondo le prime ricostruzioni, la cooperativa in questione ha incassato tutti i giorni 29,52 euro dal Ministero dell’Interno per ogni singolo migrante accolto nei Cas.

E sempre secondo gli investigatori i vertici della onlus avrebbero in più occasioni dichiarato il falso, attestando (con tanto di firme) la presenza di stranieri che in realtà non si trovavano più all'interno delle strutture, per continuare ad incassare. Un sistema ben oliato, che avrebbe garantito alla cooperativa contributi complessivi per circa un milione di euro. Anche grazie ad altri accorgimenti, in contrasto con la convenzione sottoscritta al momento dell'affidamento del servizio: secondo il sito AnconaToday, la onlus avrebbe risparmiato anche sulle pulizie degli alloggi per i migranti, con la polizia che già nel 2021 aveva trovato questi spazi in condizioni igieniche precari.

La stessa tecnica veniva messa in atto anche per quanto concerne il vitto, i vestiti e i medicinali: i dirigenti della cooperativa sono anche accusati in sintesi di aver speso solo in parte le risorse assegnate allo scopo dallo Stato, intascandosi il resto. La onlus è quindi stata commissariata e a breve potrebbero esserci ulteriori sviluppi.

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