"La cassa da morto è pronta". Minacce choc alla ex ma il gip lo libera

All’uomo è stata revocata la misura del divieto di avvicinamento alla ex moglie. Lei: "Mi sento sul collo il fiato della morte"

"La cassa da morto è pronta". Minacce choc alla ex ma il gip lo libera
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"La cassa da morto è pronta, ti manca solo il coperchio". È uno dei tanti messaggi che Mariangela, nome di fantasia di una donna residente nella zona del Frusinate, riceve quasi quotidianamente da parte dell’ex marito. Mesi fa lo ha denunciato alle forze dell’ordine e la Procura, in seguito agli accertamenti di rito, ha imposto all’uomo il divieto di avvicinamento alla ex moglie. Sta di fatto che, nei giorni scorsi, il gip del tribunale di Cassino ha attenuato la misura cautelare con l'obbligo di firma per quattro giorni a settimana. "La cassa da morto è pronta, ti manca solo il coperchio", rivela la vittima, di professione avvocato, in un’intervista all’Agi.

Le aggressioni

La vita di Mariangela si è trasformata in un vero e proprio incubo da molti mesi a questa parte. Oltre ai messaggi intimidatori, la donna racconta di aver subito molteplici e violente aggressioni da parte dell’ex compagno: "Mi ha aggredito in un bar, in chiesa, ovunque mi incontri. - spiega la donna - Ha fatto a pezzi tutti i miei vestiti con le forbici, mi ha distrutto a colpi di martello computer, telefoni e oggetti presenti in casa, la mia casa, quella che ho dovuto lasciare per non essere uccisa. Ma questo evidentemente al gip non è bastato". Negli ultimi tempi, la situazione sarebbe diventata totalmente ingestibile. Al punto che la vittima ha dovuto presentare diverse integrazioni alla denuncia di partenza.

Costretta a fuggire dalla sua città

Pochi giorni fa, tramite il centro antiviolenza a cui si è rivolta, Mariangela ha scoperto che all’ex marito è stato revocato il divieto di avvicinamento. Motivo per il quale ha deciso di lasciare alla svelta la propria abitazione e trovare una sistemazione altrove. "Il gip Massimo Lo Mastro ha ritenuto che il divieto di avvicinamento emesso a carico del mio ex non sia necessario perché io vivo in un paese lontano da Sora, - puntualizza la vittima - dimenticando però che io a Sora ci lavoro, ho uno studio che ho dovuto abbandonare e sono costretta a seguire i miei clienti da casa dei miei genitori, in modalità online ma senza poter leggere o consultare i tanti fascicoli. Io vivo di lavoro e, così facendo, il mio ex marito mi sta togliendo ogni possibilità di sopravvivenza".

L’appello

Mariangela chiede è di poter riprendere a condurre una vita "normale", senza l’ansia costante di doversi difendere dall’ex compagno. "Mi auguro che vengano presi ulteriori provvedimenti affinché io possa tornare nel mio studio per prendere almeno i fascicoli, i documenti che mi possano consentire di lavorare altrove, di poter guadagnare qualcosa.

- conclude - Non cerco assolutamente visibilità mediatica, ma questo è l'unico modo per denunciare quanto a volte noi donne, vuoi professioniste, vuoi casalinghe vuoi pensionate, veniamo completamente abbandonate da una legge che dovrebbe tutelarci".

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