La stanza di Feltri

Che orrore attaccare i più deboli fra noi

Ritengo anche io che la ricostruzione offerta dal sedicenne sia a tratti poco credibile, tuttavia sono convinto che sarà facile per gli inquirenti risalire alla verità

Che orrore attaccare i più deboli fra noi

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Caro Direttore Feltri,
sono rimasto molto colpito da un fatto di cronaca verificatosi a Sarzana, provincia della Spezia: l'aggressione ad un senzatetto da parte di un minorenne. Alcuni elementi non tornano nel racconto del giovane. In particolare, il ragazzo sostiene di essersi difeso in quanto temeva che il clochard stesse per estrarre dalla tasca un coltello.
Ma perché il minore aveva tra le mani una spranga, raccolta diversi minuti prima di questo faccia a faccia, arma con la quale ha ferito l'uomo?
Mi inorridisce il dilagare di questa violenza sugli indifesi.
Lei cosa ne pensa?
Cordiali saluti.
Guglielmo Traverso

Caro Guglielmo,
ritengo anche io che la ricostruzione offerta dal sedicenne sia a tratti poco credibile, tuttavia sono convinto che sarà facile per gli inquirenti, pure grazie alla presenza delle videocamere che hanno ripreso la scena nonché di alcuni testimoni, gli stessi che hanno allertato le forze dell'ordine, risalire alla verità, verificare le circostanze, stabilire effettivamente le responsabilità del ragazzo il quale sostiene di avere agito per legittima difesa. Come egli abbia fatto a prevedere che sarebbe stato aggredito dal clochard tanto da raccogliere una spranga prima di incrociarlo è, in effetti, l'elemento che suscita più perplessità e dubbi. Non intendo scendere a conclusioni che sarebbero affrettate, del resto, sono un garantista, tuttavia la cronaca ci consegna ahinoi pressoché quotidianamente episodi di questo genere, in cui vittime sono i più fragili, gli indifesi, gli ultimi, coloro anche che usiamo definire invisibili, invisibili soltanto perché siamo noi a non volerli vedere, ignorarli è più comodo. E, quando non li ignoriamo, li vessiamo o li massacriamo. Tutto questo è incompatibile con la civiltà, con la democrazia, in cui non esistono persone di serie a e persone di serie b, con lo Stato di diritto, nel quale non dovrebbe vigere la legge della foresta, ossia quella del più forte. Invece accade. Accade che i senzatetto vengano presi di mira, soprattutto dai giovanissimi, parliamo di minorenni, i quali, per divertirsi, torturano colui o colei che campa sul marciapiede. È successo di recente, ossia a fine gennaio scorso, a Frosinone, dove un gruppetto di ragazzi, di cui soltanto uno aveva compiuto la maggiore età, ha lanciato un petardo contro una senzatetto, una signora sessantenne. Il tutto per trastullarsi. Attenzione. Non si tratta di bullismo, ma di veri e propri crimini. Si tratta di atti di sopraffazione nei confronti di soggetti che versano in uno stato di bisogno e di emarginazione, condizioni queste che insinuano nei loro aguzzini l'idea malata che sia possibile fare loro del male senza pagarne le conseguenze. Che orrore! Quanta vigliaccheria! È questa la gioventù che stiamo allevando? Sono questi fanciulli a rappresentare il futuro? Non possiamo non prendere atto del vuoto che alberga sia nei loro cuori, o nelle loro anime, che intorno a loro. Le famiglie e la scuola hanno fallito nel loro compito essenziale e prioritario: trasmettere la cultura del rispetto nei riguardi di chi è più debole, che sia il vicino, il compagno, la bestia, l'amico o l'estraneo, incluso quello che vive sulla strada.

È bene ricordare alcuni numeri per avere una fotografia precisa del fenomeno. Di anno in anno cresce la quota di coloro che campano all'aperto, sia uomini che donne, di anno in anno lievitano i morti, di anno in anno si abbassa la soglia di età di chi finisce sul marciapiede. Nel 2023 in Italia sono morti 415 individui senza fissa dimora, nel 2022 erano stati 399. E tale dato è sottostimato perché molti decessi non rientrano neppure in queste statistiche. Si vive da invisibili e si crepa da invisibili. L'età media dei decessi è stata di 47,3 anni. Del resto, i clochard hanno una speranza di vita di 30 anni inferiore rispetto a quella della popolazione italiana generale. Il 40% è trapassato a causa di malori, magari per il freddo, o per il caldo. Ma si muore pure per violenze e aggressioni che hanno il tratto caratteristico della spietatezza.

Non ci sono altre motivazioni se non quella di sfogare la propria rabbia e la propria frustrazione su qualcuno che, vittima a caso e perfetta, è lì, a disposizione, completamente inerme, qualcuno la cui perdita nessuno reclamerà mai.

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