
L'aggressore di Hani Fouad Abdelghaffar Nasra, italiano con origini egiziane e incensurato, accoltellato all'Hotel Berna di Milano, è un italiano pregiudicato, Emanuele De Maria, che lavorava come receptionist con la vittima grazie a un permesso lavorativo dal carcere di Bollate dove scontava una pena per l'omicidio di una 23enne nel 2016. Lo ha colpito cinque volte una al torace, due alla schiena, una al braccio e una, profonda, al collo, interessando carotide e giugulare ed è attualmente in fuga.
De Maria ha ucciso una prostituta in un hotel dismesso, l'ex hotel Zagarella, a Castel Volturno in provincia di Caserta nel 2016 e in meno di 10 anni ha ottenuto il permesso di uscire dal carcere per lavorare. Non è chiaro cosa sia successo questa mattina alle 6, quel che è noto è che l'aggressore sapeva che la vittima sarebbe entrato a lavorare col turno del mattino e lo ha atteso all'esterno dell'albergo. Poi, forse a seguito di una lite, lo ha accoltellato ed è scappato. Pochi mesi fa, nel corso di un'intervista al programma Mediaset "Confessione Reporter" Emanuele De Maria raccontava che il lavoro presso quell'hotel "sta andando molto bene, mi sento molto accettato da parte di tutti i miei colleghi. C'è un feeling molto positivo tra di noi".
Quell'impiego, spiegava, "non oserei neanche definirlo come un lavoro, tanto lo faccio con passione". L'intervista venne registrata proprio nella hall dell'hotel e De Maria si presentava alle telecamere con quelli che erano i suoi abiti da lavoro, ossia un abito elegante con giacca e cravatta, come si confà al receptionist di un albergo 4 stelle. "Stare a contatto diretto con i clienti di culture, usanze, costumi e religioni diverse mi rende libero, dà anche un senso alla mia quotidianità, perché senti di fare la differenza nel tuo piccolo", spiegava ancora, parlando anche della precedente condanna per omicidio volontario per la quale era stato arrestato.
"Sono a Bollate da tre anni e per la fine pena mancano ancora sei anni e mezzo", diceva davanti alle telecamere raccontando di "un percorso abbastanza travagliato perché sono stato detenuto presso la struttura di Napoli Secondigliano, dove il regime carcerario è molto diverso, vieni gettato facilmente in una cella sovraffollata e vieni un pò dimenticato lì". Una situazione molto diversa rispetto a quella trovata a Bollate. Ora resta da capire quanto durerà la fuga e dove verrà recluso.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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