Cinzia, i piercing e le frasi di Pavese. Ragnedda e il bianco da 1.600 euro

L’uomo erede di una famiglia di produttori famosi

Cinzia, i piercing e le frasi di Pavese. Ragnedda e il bianco da 1.600 euro
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«Chiedevo un letargo, un anestetico, una certezza di essere ben nascosto. Non chiedevo la pace nel mondo ma la mia». Rilette ora, le parole che Cinzia aveva scritto sulla sua bacheca Facebook il 20 gennaio suonano come un doloroso epitaffio. Prese in prestito dalla «Casa in Collina» di Cesare Pavese, resteranno un'amara eredità. E poi ancora: «Conosco il peso di perdere tutto e di ricominciare», quasi un messaggio di consolazione a chi ora piange.

Volto schietto e look alternativo, sguardo aperto e piercing sul viso, Cinzia, 33 anni di Castelsardo, famiglia di ristoratori, raccontava poco di sé sui social, quasi nulla. Sua sorella Carlotta nei giorni scorsi ha lanciato un appello al mondo guardone delle piattaforme on line dopo che sua sorella è uscita da una discoteca di Palau ed è scomparsa. «Cinzia ha il cellulare spento, se qualcuno l'ha vista mi contatti». Nessuno si è fatto vivo.

Si sa invece parecchio del suo assassino, Emanuele Ragnedda, 41 anni, rampollo della famiglia Ragnedda. Il nonno Sebastiano fece fortuna negli anni «da bere» della Costa Smeralda di Karim Aga Khan. Dei sei figli, Mario - padre di Emanuele - investì nel settore vinicolo, con un grosso successo: una bottiglia vale dai 1.400 ai 1.600 euro. Fondò un'azienda agricola e cominciò a produrre i Capichera, fra i più pregiati bianchi di Gallura: 42 ettari di vigne. Poi venduti alla famiglia Bonomi, nome illustre della finanza milanese. Emanuele ha lavorato nell'azienda di famiglia, poi si è messo in proprio e nel 2016 ha bonificato terreni incolti, granito e macchia mediterranea, fra Arzachena e Palau, di fronte all'arcipelago della Maddalena, vicino a un sito archeologico, e ha creato dal nulla Conca Entosa (Valle Ventosa). È proprio in un locale della zona frequentata da Ragnetta nella sua bella vita estiva che gli inquirenti hanno cercato tracce del dna di Cinzia. Il 40enne spiegherà se erano in discoteca assieme.

Ragnetta è diventato famoso per aver messo sul mercato «il bianco più caro d'Italia», il Vermentino Disco Volante Igt 2021 con prezzi a bottiglia sino a 1.800 euro. «Li vale tutti» diceva sempre lui. A chi criticava il prezzo alle stelle, lui replicava: «Non ci siamo discostati da una valutazione oggettiva sui costi di produzione, come qualsiasi prodotto, ma poi c'è il valore che attribuiamo al nostro lavoro. Il vino si attesta sui valori dei rossi della Borgogna francese, perché questo vermentino è in purezza, creato con la combinazione di quattro cloni e il valore del prodotto si paga».

Ragnetta ha battezzato una sua etichetta Shar: «da Shardana - spiega - i guerrieri che popolavano la Sardegna migliaia di anni fa. L'isola in cui sono cresciuto. L'isola che non capivo e che adesso amo». E poi ancora : «Spero che (il vino) vi aiuti a capire chi volete diventare. Spero che vi faccia combattere per ciò che è giusto, perché il successo è la miglior rivalsa.

Spero che vi faccia riflettere sul passato e che vi faccia chiudere gli occhi e sorridere immaginando il futuro». E, ahimé, anche quella frase sul sito dell'azienda sembra destinata a diventare una «memoria» eterna lasciata da Ragnetta. Sicuramente suscitando un fastidio differente rispetto alle parole di Cinzia.

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