
Pkk, Isis, Lupi grigi. Contrabbando di sigarette e droga, traffici di armi e disperati. Omicidi, stragi, riciclaggio, e ricettazione. Le ramificazioni del terrorismo turco e della criminalità organizzata passano da Svizzera, Germania Bosnia e Olanda e portano in Italia, come ha ricostruito la nostra intelligence.
I due uomini arrestati ieri a Viterbo, imbottiti di armi e pronti a preparare un attentato, sarebbero legati a Baris Boyun, curdo classe 1984 nato come capo di una gang di strada, arrestato per la prima volta a Rimini nel 2022. A maggio dell'anno scorso è stato fermato per «banda armata con finalità terroristiche» in un'operazione congiunta di Interpol, polizia di Stato e polizia turca del Kom assieme ad altre 19 persone proprio a Viterbo: secondo il pm Bruna Albertini e la Sezione distrettuale antiterrorismo di Milano da un paesino della Calabria dove era ai domiciliari con braccialetto elettronico per detenzione e porto d'armi e dalla casa di frazione Bagnaia dove è stato catturato pianificava omicidi a Berlino e attentati a oreficerie, ristoranti e fabbriche in Turchia grazie a una «preoccupante capacità di fuoco», intanto dirigeva la tratta dei migranti dai Balcani e la logistica dei traffici miliardari di sigarette, cocaina ed ecstasy. Da allora è sotto processo, gli è stata negata l'estradizione, al suo arresto hanno lavorato anche lo Sco di Roma, di Milano e di Brescia, le squadre mobili di Catania, Crotone, Verona e Viterbo. La prossima udienza è fissata per il 6 ottobre a Milano.
Oggi è al 41-bis, anche se i suoi affiliati in carcere continuerebbero a ricevere ordini e direttive. Il suo nemico giurato è Burhanettin Saralioglu, leader del clan mafioso di Instanbul Sarallar, la seconda organizzazione criminale più potente in Turchia dopo quella di Alaattin Çakìci. «Raderò tutti al suolo, in Turchia si parlerà di me», diceva alla moglie intercettato con una microspia nel braccialetto elettronico.
Se la terza generazione di immigrati si sta radicalizzando è grazie alla sua rete di profeti del jihadismo su Instagram e TikTok che attecchiscono sui più fragili baby maranza, recentemente pizzicati dai nostri 007 a pianificare attentati e costruire bombe. C'è anche una pista «politica» che porta Boyun al Partito dei lavoratori del Kurdistan (Pkk) in Turchia, movimento marxista legato all'estrema sinistra che l'Italia ha imparato a conoscere alla fine degli anni Novanta con la cattura e l'estradizione di Abdullah Ocalan (nella foto) grazie al premier Massimo D'Alema. Lo storico leader, in carcere da allora, da mesi ha annunciato la volontà di arrendersi ad Ankara dopo 40 anni di conflitto, abbandonando l'idea di indipendenza dalla Turchia, ma Boyun - che sogna la destabilizzazione del Paese - non la pensa così.
È stato invece accostato all'Isis Khorasan (la costola afghana dello Stato islamico) il 46enne turco Hasan Uzun, estradato in Italia qualche giorno fa dopo essere stato arrestato in Olanda dall'Interpol lo scorso 3 aprile. Il 6 luglio 2024 le telecamere lo hanno pizzicato in possesso di due passaporti alla stazione di Trieste assieme a due complici prima di comprare in fretta una sim, scappare a Milano e poi in Svizzera. Secondo gli inquirenti sarebbe stato lui - arrivato in Italia dentro un bagagliaio dalla Bosnia a Zagabria, senza visto Schengen - a portare in un bar la pistola (un'automatica CZ modello 7B calibro 9 Luger carica e con ben 14 cartucce) all'interno di un trolley trovato dalla Polfer che forse sarebbe servito a uccidere Papa Francesco, previsto il giorno dopo alla cerimonia di chiusura della 50ª Settimana sociale dei cattolici in Italia. Non è ancora chiaro se sia legato all'Isis o sia legato ai Lupi grigi, come l'attentatore di Papa Giovanni Paolo II Ali Aca, almeno in base alle indagini sugli account social dell'indagato.
«Oggi i Lupi grigi sono inseriti bene nel governo tramite il partito Mhp, alleato del presidente Recep Tayyip Erdogan», ci spiega una fonte turca. Al di là della matrice religiosa che legherebbe Trieste e Viterbo, c'è un filo rosso che li unisce?