
Ci sono diversi “buchi informatici” nelle indagini sulla morte di Liliana Resinovich, buchi che la pm Ilaria Iozzi sta cercando di colmare. Si è parlato a lungo degli accertamenti sulla GoPro di Sebastiano Visintin, vedovo della donna e unico indagato: la telecamera sportiva costituirebbe parte del suo alibi per la mattina del 14 dicembre 2021. Quel giorno Resinovich scomparve, per poi essere ritrovata nel boschetto dell’ex ospedale psichiatrico di Trieste tre settimane più tardi. Ma, dato che questa è un’indagine molto complessa, sono ancora tanti gli accertamenti da effettuare: e ora spunta uno smartphone su cui sono stati disposti ulteriori accertamenti.
Che lo smartphone sia spuntato ora è in realtà una semplificazione giornalistica, dato che i fatti che circondano questo device erano già noti, soprattutto nella blogosfera. I fatti: a novembre 2023 Visintin avrebbe regalato questo telefono intelligente a Paola Calabrese, docente di chimica, farmacologa e youtuber su temi true crime. Questo smartphone sarebbe stato sequestrato poi dagli inquirenti il 21 settembre 2023, a causa dei dubbi esposti dalla youtuber. “Gli avevo detto che il mio telefono si era rotto, e lui ha colto l'occasione per regalarmene uno”, ha raccontato Calabrese, secondo quanto riporta Il Piccolo di Trieste.
I due si erano conosciuti alcuni mesi prima e inizialmente la youtuber aveva creduto si trattasse di un device rigenerato: solo ascoltando un collega, si sarebbe resa conto che lo smartphone sarebbe stato in uso a Visintin. “Ad espressa richiesta se questo cellulare lo avesse in suo utilizzo al momento della scomparsa della moglie, lui mi ha confermato di sì”, avrebbe chiarito Calabrese, che gli avrebbe anche domandato se gli inquirenti avessero effettuato delle analisi su quel telefono. Visintin sarebbe stato “evasivo”.
Quello che si sa, dal primo momento in cui la stessa Calabrese lo ha reso noto (tanto che all'epoca alcuni utenti l'avrebbero attaccata), è che lo smartphone sarebbe stato probabilmente inizializzato, ovvero riportato a impostazioni di fabbrica. In altre parole, la youtuber avrebbe avuto in mano un telefono vuoto, con l’eccezione del sistema operativo o delle app installate al momento del primo acquisto - è ragionevole pensare che non fosse di seconda mano, ma almeno di terza, dato che Visintin ha sempre dichiarato di acquistare solo usato.
Su quel device sarebbero poi stati sovrascritti i dati di Calabrese quando lo avrebbe sincronizzato per il proprio utilizzo. Per cui la domanda al momento è: è possibile risalire al contenuto del telefono nel periodo in cui era in possesso di Visintin all’epoca della scomparsa della moglie?