Giallo Resinovich, quei buchi informatici nelle indagini: "Tutte bugie"

Continua la discussione sulla GoPro inizializzata dopo il respingimento della richiesta di archiviazione dell’indagine sul caso di Liliana Resinovich

Screen "Chi l'ha visto?"
Screen "Chi l'ha visto?"
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C’entrano un bel po’ di nozioni informatiche nel giallo di Liliana Resinovich, la pensionata 62enne scomparsa da Trieste il 14 dicembre 2021 e ritrovata cadavere tre settimane dopo nel boschetto dell’ex ospedale psichiatrico giuliano. E venire a capo di queste nozioni, insieme a un’immensa mole di indizi, sarà compito della procura, il cui lavoro prosegue alacremente.

Tra le fonti informatiche di indizi ci sono naturalmente i due smartphone della donna, le telecamere di videosorveglianza cittadine che avrebbero ripreso una donna - identificata in lei dalla procura - il giorno della scomparsa, e i numerosi device dell’unico indagato al momento, ovvero il vedovo Sebastiano Visintin.

Tra questi device c’è una GoPro, ovvero una piccola videocamera che può essere utilizzata in movimento: Visintin utilizzò proprio quella telecamerina il giorno della scomparsa della moglie, compiendo un’escursione in bicicletta, una delle sue passioni. Questo significa che il contenuto della GoPro costituisce parte del suo alibi per quel giorno. Tuttavia nei giorni scorsi è emerso come la videocamera sia stata inizializzata - ovvero riportata a impostazioni di fabbrica - il 13 giugno 2023 alle 20.37, cioè nel giorno in cui il gip ha accolto l’opposizione all’archiviazione delle indagini sul caso Resinovich.

L’uomo ha liquidato l’avvenimento come una coincidenza: “È stata una combinazione”, ha dichiarato in un’intervista a “Chi l’ha visto?”, mentre il giorno prima a “Porta a Porta” aveva raccontato che il device fosse stato inizializzato il 23 giugno, dopo che ne era stata effettuata copia forense. “”, ha chiosato da Bruno Vespa.

Ci sono troppe coincidenze”, è sbottato in collegamento con la trasmissione di Rai 3 Sergio Resinovich, fratello di Lilly: “Quello che lui dichiara sono tutte bugie. Lui crea il caos. Sono stanco e stufo. Non hanno mai sequestrato la GoPro e la scheda Sd. Lui ha portato il telefono in cui l’applicazione aveva riversato il filmato. Se il gip ha chiesto queste indagini, ha visto qualcosa che non andava bene”.

In effetti il riesame sul contenuto della GoPro è uno dei 25 punti richiesti delle nuove indagini dal gip Luigi Dainotti. Prima della richiesta di archiviazione i filmati erano stati acquisiti attraverso l’app e la squadra mobile aveva fotografato da lì i metadati dei 12 filmati girati da Visintin tra le 12.16 e le 13.39 del 14 dicembre 2021, dei quali solo in 9 sono presenti le coordinate Gps. Gli orari, secondo le primissime indagini, corrispondevano sia alle dichiarazioni di Visintin sia alle celle che l’uomo avrebbe agganciato in quella giornata e in quel poco meno di un’ora e mezza.

Bisognerà attendere, perché gli elementi al vaglio della procura sono tantissimi, e a questo si aggiunge una novità choc: negli Stati Uniti sarà compiuto un esperimento peculiare per stabilire l’epoca della morte di Liliana

Resinovich, rievocando l’ambiente di fine dicembre 2021 nel boschetto di Trieste ma con corpi di altre persone. In quella nazione è infatti possibile donare il proprio corpo alla scienza, quindi anche alla medicina legale.

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