
Francis Kaufmann sarà estradato in Italia la prossima settimana. Il 46enne californiano accusato di aver ucciso la moglie Anastasia Trofimova e la figlia di 11 mesi, Andromeda, dopo la notifica dell’ordinanza di custodia cautelare, sarà ascoltato dal gip che dovrà decidere, entro cinque giorni, sulla convalida del fermo.
Estradizione concessa dai magistrati di Larissa, Grecia, senza appello dell’indagato nonostante il rifiuto, appena arrestato, di tornare a Roma.
Il confronto, il secondo dopo quello avvenuto in Grecia in videocollegamento con la Procura della capitale, si svolgerà non più tardi del 15 luglio. Procedimento in cui saranno svolti ulteriori accertamenti, incidente probatorio, con il prelievo del Dna dello pseudo regista per le comparazioni sul corpo e i vestiti delle vittime.
Di certo gli accertamenti anatomopatologici dimostrano che la piccola nata il 14 dicembre del 2024 a Malta, è stata strangolata.
Sulla donna, invece, non è possibile stabilire le cause esatte della morte dato lo stato di decomposizione del cadavere dovuto alle alte temperature di giugno.
Bisognerà attendere gli esami istologici per capire se anche lei è stata strangolata a morte o soffocata con il cuscino rinvenuto fra gli indumenti nascosti a Villa Pamphili. La donna, nuda, viene chiusa in un sacco di plastica e i suoi vestiti gettati sotto un cespuglio. Come l’abitino a fiorellini rosa di Andromeda. Mistero fitto, invece, sul trolley con altri indumenti e oggetti personali della vittima. Le ricerche dei sommozzatori della polizia fluviale nel Tevere all’altezza di ponte Garibaldi, dove viene avvistato Kaufmann poco prima della fuga a Skiathos, non hanno portato a nulla.
Fra i punti fermi: Anastasia viene uccisa fra il 3 e il 4 giugno. La donna era presente, assieme alla piccola, alla lite avvenuta il 3 giugno allo Starbucks in piazza San Silvestro. Ma era già morta il 5, quando il presunto killer viene fermato per l’ennesima volta dalla polizia, da solo con la bimba appoggiata sulla sella di uno scooter in piazza Cairoli. Tutte occasioni perse, assieme ai due controlli del 20 maggio in via Giulia, per fermare il pluriomicida e, probabilmente, salvare la vita alla 28enne russa e alla figlioletta. Su questo punto si attendono i risultati dell’indagine interna voluta dal capo della polizia sui dieci agenti delle volanti che non avrebbero agito secondo la procedura. Ovvero portare i tre in questura visto che solo Kaufmann era in possesso dei documenti.
Tanto che il nome fornito dalla donna ai
poliziotti, Stella Ford, è poi risultato falso. Come il curriculum totalmente inventato dall’indagato, alias Rexal Ford, per ottenere gli 863mila euro di tax credit per un film mai realizzato, immaginato solo dalla sua mente.