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Simona Cinà sarebbe morta per annegamento. È quanto emerge dall'esito parziale dell'autopsia effettuata sulla salma della giovane pallavolista trovata senza vita nella piscina di una villa privata a Bagheria, in provincia di Palermo, dove era in corso una festa di laurea, nella notte tra venerdì e sabato scorso.
Cosa emerge dall'autopsia
L'autopsia, eseguita dal medico legale Tommaso D’Anna con l’anatomopatologo Emiliano Maresi, ha evidenziato la presenza di acqua nei polmoni della 20enne. Non è ancora chiaro, però, se la giovane sia annegata a seguito di un malore per cause naturali oppure per l'assunzione involontaria di alcol o altre sostanze. Per poterlo accertare bisognerà attendere l'esito degli esami tossicologici, che sarà disponibile tra 40 giorni. Sulla salma non vi sarebbero segni di violenza, ma solo alcuni ematomi verosimilmente compatibili con le manovre di rianimazione da parte dei due ragazzi che hanno recuperato il corpo dal fondo della piscina. Infine, l'esame autoptico ha escluso che Cinà sia morta per un infarto o eventuali patologie congenite silenti.
I dubbi dei familiari
I familiari della giovane pallavolista nutrono molti dubbi sulla dinamica dell'accaduto. Sin da subito hanno escluso l'ipotesi dell'annegamento, sottolineando che la ragazza "stava bene" e in acqua "nuotava come un pesce". "Dall'autopsia è emerso che Simona è morta per annegamento. Per stabilire le cause bisognerà però aspettare i risultati finali. Anche gli esami tossicologici. Gli esiti si conosceranno a fine agosto", ha detto all'Ansa Gabriella, la cugina di Simona. "Quello che bisognerà capire è se questo annegamento è stato causato per un malessere o causato da qualcos'altro. - ha aggiunto - Abbiamo detto che è difficile pensare che una ragazza sportiva che sa nuotare così bene non sia riuscita a salvare, e che anneghi in questo modo in una piscina alta massimo due metri. Dobbiamo quindi sapere se è stata male e poi è caduta in piscina e poi morta per annegamento e perché se ha perso i sensi ed è caduta in acqua. No, abbiamo fiducia nella magistratura e in quello che sta facendo". La procura di Termini Imerse, che ha aperto un fascicolo con l'ipotesi di omicidio colposo a carico di ignoti, acquisirà agli atti dell'inchiesta tutta la documentazione medico-sportiva della ventenne.
Il giallo degli alcolici
Intanto da un verbale dei carabinieri di Bagheria, che indagano sulla vicenda, emerge che nella villa in cui si è consumata la tragedia sono state trovate alcune bottiglie di alcolici. Come precisa il Corriere della Sera, si tratta di "venticinque bottiglie vuote di gin, quattro di Aperol spritz e nove di spumante", tutte accatastate all'interno di sacchi di plastica. Un dettaglio che sembra smentire la versione fornita dai familiari di Cinà, i quali non avrebbero notato tracce di alcolici nell'abitazione quando, all'alba del 2 agosto, si sono recati sul posto.
L'elenco degli oggetti repertati dai carabinieri è datato al 4 agosto, due giorni dopo la morte di Simona. Tuttavia la procura, con una nota, ha precisato che nelle indagini non c'è alcuna anomalia e che gli oggetti necessari per gli accertamenti sono stati tutti acquisiti.