
Sapeva di assomigliare fisicamente a Genny Savastano di «Gomorra». Ne era orgoglioso. I chili in eccesso non lo facevano sentire in imbarazzo, anche Genny li aveva ed era diventato un «eroe»: un eroe del male, ma pur sempre un eroe; e nel quartiere Zen di Palermo questo forse bastava per non sentirsi un emarginato. Tanto che Samuel Acquisto, 18 anni, sui social postava l’immagine di Genny citando frasi iconiche del figlio di «don Pietro». Due dimensioni che si incrociano: da una parte l’evocazione di una fiction di successo, dall’altra la realtà di un’esistenza fallita già in partenza. Storie di boss sul piccolo schermo e vicende di degrado sociale nelle grandi periferie. Un filo le unisce, macchiato di sangue. Sangue vero.
Samuel ha trascorso la prima notte in carcere dopo essere stato fermato con l'accusa di avere partecipato a Monreale alla strage «per futili motivi» costata la vita a tre giovani. L'accusa è di concorso in strage con Salvatore Calvaruso, suo amico di 19 anni, l’aspirante boxeur con gli occhiali da nerd che ora non smette di piangere e disperarsi per «ciò che ho fatto e non dovevo fare»: anche lui molto simile somaticamente a un altro personaggio della serie Gomorra, «Danielino», killer «a sua insaputa» in un corpo di adolescente. Samuel chiede perdono a tutti. Ormai è tardi. Calvaruso e Acquisto, incastrati entrambi dalle immagini delle telecamere di sicurezza e dalle testimonianze dei presenti sulla scena della carneficina. Samuel si è costituito prima che i militari andassero a prenderlo a casa: ha ammesso che guidava la moto quando Salvatore ha sparato, ma non ha riferito nulla sugli altri membri del commando assassino nella notte del 27 aprile.
Per lui, evidentemente, l’omertà resta un «valore» perfino dopo un triplice omicidio al culmine di una «normale» lite. Fanno riflettere le parole dell’avvocato di Salvatore Calvaruso: «Tra i giovani a Palermo girano troppe armi: pistole e coltelli sono considerati “accessori“ normali...». Nessuno risolve più le risse a cazzotti, si passa direttamente agli spari. E far fuoco in aria o in mezzo alla gente è diventato un dettaglio marginale. In tanti hanno riferito ai carabinieri di aver visto Samuel «mentre incitava, sulla moto, Calvaruso a sparare ad altezza d'uomo».
Acquisto e Calvaruso erano amici. Uscivano insieme, postavano sui social foto e video. In un messaggio Samuel scrive: «Salvatore non ti abbandonerò mai. Sempre uniti nel bene e nel male». Ma in questo dramma - di «bene» - non c'è nulla.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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