Omicidio Aurora Tila, l'ex fidanzato 16enne condannato a 17 anni

La 13enne morì cadendo dal settimo piano del palazzo in cui viveva a Piacenza la mattina del 24 ottobre 2024. Il Tribunale per i minorenni di Bologna ha condannato in primo grado l'ex fidanzato con l'accusa di omicidio pluriaggravato

Omicidio Aurora Tila, l'ex fidanzato 16enne condannato a 17 anni
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Non fu un suicidio quello di Aurora Tila, morta a soli 13 anni precipitando dal settimo piano di un palazzo a Piacenza la mattina del 24 ottobre 2024. Lo ha stabilito il Tribunale per i minorenni di Bologna condannando in primo grado l'ex fidanzato 16enne della vittima a 17 anni di carcere con l'accusa di omicidio pluriaggravato. "Sono soddisfatta per la condanna a 17 anni, anche se 20 erano meglio. Ma almeno giustizia è stata fatta. Io ho sempre creduto nella giustizia, l'ho detto dall'inizio", ha detto Morena Corbellini, madre della 13enne, a margine della sentenza.

Il legale dell'imputato, l'avvocato Ettore Maini, ha annunciato che farà ricorso in appello: "C'è stata una condanna che non rispecchia le richieste del pubblico ministero e nel corso dell'arringa abbiamo evidenziato che le fonoregistrazioni delle dichiarazioni rese dai testi dicono qualcosa in più rispetto a quello che è stato verbalizzato, e soprattutto contraddicono certi aspetti delle verbalizzazioni, per cui l'attendibilità dei testi è in discussione. Faremo senz'altro appello".

Riconosciute tutte le aggravanti

Il processo si è svolto con la formula del rito abbreviato. Al termine della requisitoria di stamattina, il pm Simone Purgato aveva chiesto una condanna a 20 anni e 8 mesi di carcere, contestando all'imputato le aggravanti dello stalking, della minore età della vittima e del vincolo sentimentale e per il porto abusivo di un cacciavite, trovato all'epoca addosso al ragazzo. I giudici di primo grado hanno accolto le richieste del pubblico ministero riconoscendo al 16enne, che si è sempre professato innocente, la sola attenuante della minore età. "Come avvocati della famiglia, siamo soddisfatti perché il Tribunale ha riconosciuto le aggravanti su cui noi abbiamo premuto fin dall'inizio, riconoscendo come attenuante solo la minore età", è stato il commento a caldo dell'avvocato Mario Umberto Caccuri, che assiste la mamma di Aurora Tila.

La vicenda e testimoni

La mattina del 24 ottobre 2024 Aurora uscì di casa in anticipo, raccontando alla madre che si sarebbe fermata al bar per fare colazione con le amiche prima di andare a scuola. Invece incontrò l'ex fidanzato, che le aveva inviato un messaggio all'una di notte, nella palazzina accanto a quella in cui viveva. Secondo quanto ricostruito agli atti del processo, i due avrebbero litigato per più di un'ora prima del tragico epilogo. Successivamente alcuni testimoni riferirono agli investigatori di aver visto la 13enne aggrappata alla ringhiera, mentre il ragazzo la colpiva con le ginocchia sulle nocche per farla cadere. Un volo fatale per la giovane studentessa, che morì sul colpo. L'autopsia rilevò la presenza di diverse fratture, lesioni e lividi che sarebbero state provocate prima della caduta.

Una frequentazione tormentata

I due ragazzini si erano conosciuti nel 2023 tramite i social. Aurora, che era poco più di una bambina, si era invaghita di quel ragazzo più grande, ma poi aveva deciso di interrompere la frequentazione. Sembra che il giovane, all'epoca 15enne, fosse ossessionato da lei.

Tanto che in più di una occasione l'avrebbe seguita e una volta, come riporta il Corriere della Sera, le avrebbe persino impedito di entrare a scuola. La madre della 13enne si era rivolta ai servizi sociali, ma la situazione precipitò prima che potessero intervenire.

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