"Sì, pronto?", "Sono il carabiniere". Spunta l'intercettazione esclusiva su Garlasco

Quarta Repubblica pubblica la conversazione tra Andrea Sempio e il militare incaricato di notificargli l'atto per l'interrogatorio nel 2017

"Sì, pronto?", "Sono il carabiniere". Spunta l'intercettazione esclusiva su Garlasco
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Non c’è solo l’indagine, clamorosa, della procura di Brescia ai danni dell’ex pm Mario Venditti nel nuovo ennesimo filone del delitto di Garlasco. Ci sono anche le perquisizioni a casa della famiglia di Andrea Sempio, c’è quel famoso foglietto con scritto “Venditti/ gip archivia x 20. 30. Euro”. Ci sono le sette ore di interrogatorio dei genitori dell’unico indagato per la morte di Chiara Poggi. Ci sono i movimenti registrati dalla Guardia di Finanza dai conti degli zii di Sempio a quelli del padre, soldi che bisognerà capire per cosa sono stati utilizzati. Ma ci sono anche i due ex carabinieri perquisiti, ma non indagati, e che nel 2017 - l’anno in cui Andrea venne rapidamente archiviato - avrebbero avuto secondo la Procura "contatti opachi” con l’allora indagato.

Come ha ricostruito dettagliatamente Quarta Repubblica, Giuseppe Spoto e Silvio Sapone non solo avrebbero messo “le loro firme sui brogliacci e sulle trascrizioni delle intercettazioni che, secondo i magistrati, sarebbero piene di buchi e anomalie”. Ma avrebbero anche contattato Sempio in maniera diciamo irrituale. Spoto, spiega QR, “avrebbe impiegato un tempo considerato eccessivo per eseguire la semplice notifica di un atto ad Andrea”.

Il programma condotto da Nicola Porro è riuscito a ricostruire quell’incontro dell’8 febbraio del 2017 giudicato eccessivamente “lungo” (dalle 16.35 alle 17.45) tra l’ex carabiniere e l’allora indagato per il delitto di Chiara Poggi. Quel giorno Sempio riceve una telefonata da Spoto, incaricato di notificargli l’invito a comparire per l’audizione in procura due giorni dopo, il 10 febbraio del 2017. “Andrea? Sì, sono il maresciallo. Scusa se ti disturbo sul cellulare. Arriverò per le 16.30. Dammi ancora mezz'ora perché così almeno riusciamo a fare due chiacchiere. Ok?”, dice il carabiniere al telefono. A quel punto Sempio contatta subito il suo avvocato che gli suggerisce di metterlo in contatto col carabiniere appena arriva. Alle 16.35 Andrea richiama il suo legale. E gli passa il militare: “Buongiorno, sono il maresciallo Spoto dei carabinieri - si sente - Guardi, infatti sono venuto giù apposta oggi. I magistrati hanno fissato l'interrogatorio per le 10.00”. “Ma c’è la notifica?”, chiede l’avvocato. “È un invito a presentarsi”, ribatte il carabiniere. “E glielo lasci, poi ne notifica una copia anche a noi. Mi dice qualcosa o non mi dice niente lei?”, chiede il legale che vuole sapere se tira una buona o una cattiva aria. “Cosa vuol sapere? Quello che posso dire... Non so, perché io sono un semplice ambasciatore. Sa come si dice? Ambasciatore non porta pena. Penso che, insomma, così... Se vogliono parlargli, veda lei, insomma, tiri le sue conclusioni”. Poco dopo, i carabinieri parlano di nuovo con l’avvocato di Sempio. “Quando verrete lì, se volete mantenere la massima riservatezza, che penso volete mantenere, magari organizziamo per farvi passare dal portone posteriore”. Il sospetto di chi indaga è che i Sempio fossero stati informati preventivamente di cosa sarebbe stato chiesto loro. E che la richiesta di archiviazione sia arrivata troppo rapidamente. Il tutto, ovviamente, sarà da dimostrare. La difesa di Venditti ha annunciato di voler ricorrere al Tribunale del Riesame per contestare l'indagine, definendo i collegamenti con il pizzino e i bonifici familiari privi di basi certe.

C’è un’altra intercettazione esclusiva, mandata in onda da Quarta Repubblica, che sta attirando l’attenzione. Ed è quella tra la madre di Andrea Sempio, Daniela Ferrari, e il figlio.

Parlando dell’interrogatorio in procura, la donna dice: “Ma va, sono stata dentro dieci minuti. Mi hanno chiesto molto meno di quello che mi avevano chiesto l’altra volta quando sono venuti sul posto di lavoro. Proprio tre cose in croce e basta".

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